Conversazione commemorativa degli anniversari delle morti di Mazzini (150° - 1872/2022) e Garibaldi (140° - 1882/2022)

Articolo del Corriere della Sera del 10 giugno 2022 in riferimento al convegno di studi internazionali su Giuseppe Mazzini nel 150° della morte, nella sua città natale

Riposizionamento busto di Giuseppe Mazzini a Modena

La città di Modena con i repubblicani rende omaggio a Giuseppe Mazzini nell'anniversario della morte (X Marzo 1872)

10 marzo 1872 - 10 marzo 2022 150° Anniversario della morte di Giuseppe Mazzini

10 marzo 1872 - 10 marzo 2022

150° Anniversario della morte di Giuseppe Mazzini 

 

Il 10 Marzo del 1872 moriva a Pisa Giuseppe Mazzini.

Quest’anno cade il centocinquantesimo anniversario della morte del Maestro ed i repubblicani italiani si apprestano a celebrarlo con varie iniziative. Il nostro essendo un sito web repubblicano, oltre a segnalare tutte le manifestazioni celebrative di cui verrà a conoscenza, cercherà, nel suo piccolo, di diffondere i principi mazziniani, dedicando un blog per pubblicizzare in un breve spazio una frase, un aneddoto riferito a Mazzini o una notizia sull’attività ispirata dallo stesso. Tali ricordi storici vanno ad aggiungersi agli altri contenuti di questo sito, che in ogni sua pagina  illustra, a chi confida nella formazione degli Stati Uniti d'Europa, il motivo per cui a questo obiettivo sono così intimamente e universalmente legati Mazzini e i tanti e le tante che di lui hanno voluto seguire il Pensiero e l'Azione.

In questa pagina quindi, per commemorarlo degnamente, tracciamo una scheda riepilogativa del Pensiero e dell'Azione del grande europeo che si sono sviluppati nel tempo, incominciando con la creazione della Giovine Italia

La Giovine Italia nelle sue riedizioni in Italia e nel mondo

La Giovine Italia fu fondata da Giuseppe Mazzini, venticinquenne e già esiliato, a Marsiglia nel 1831.

L’Associazione repubblicana, segreta nell’organizzazione, che esponeva però i suoi obiettivi attraverso un giornale diffuso pubblicamente dedicava la sua attività e cioè “il pensiero e l’azione” al “grande intento di restituire l’Italia in nazione di liberi ed uguali una, indipendente, sovrana.

La Giovine Italia servì costantemente da modello nella successiva azione mazziniana e nelle sue riedizioni in Italia e fuori d’Italia. Servì da modello alla costituzione della Junges Deutschland, (Giovine Germania) e della Mloda Polska (Giovine Polonia) e ancora, nel 1834, quando a Berna 17 esuli italiani, tedeschi e polacchi fondarono la Giovine Europa, organizzazione rivoluzionaria che contrapponeva alla “Santa Alleanza” dei re, la “Santa Alleanza” dei popoli, per cambiare la carta d’Europa secondo gli ideali di libertà, eguaglianza, fratellanza fra i popoli che sono ancor oggi alla base del moderno federalismo europeo.

Aveva come emblema l’edera con il motto “Signum foederis Juvenis Europae. Nunc et semper”. Alla fine del 1834 Mazzini fondava la Giovine Svizzera che prese parte attiva e diretta per la trasformazione in senso federale della Confederatio Helvetica. Nel 1848 la Giovine Italia venne sciolta per rinascere a Parigi come Associazione Nazionale Italiana.

Dopo la caduta della gloriosa Repubblica Romana del 1849 Mazzini ripropose Giovine Italia e Giovine Europa con il nome di Comitato Nazionale Italiano e Comitato centrale della Democrazia europea.

All’indomani dello sfortunato moto del 6 febbraio 1853 a Milano, Mazzini dette vita al Partito d’Azione, che sarà protagonista, con Garibaldi, della spedizione dei Mille nel 1860, del tentativo di Aspromonte nel 1862 e della campagna del Trentino nel 1866. In quello stesso anno, perduta ogni fiducia nella monarchia pe il compimento dell’Unità d’Italia con Roma capitale, Mazzini fondò l’Alleanza Repubblicana, che l’anno successivo, con le adesioni negli U.S.A., divenne Alleanza Repubblicana Universale (A.R.U.).

Secondo lo statuto dell’A.R.U. non poteva far parte dell’Alleanza chi non accettava, come programma politico, la Repubblica, l’emancipazione della classe lavoratrice e gli Stati Uniti d’Europa.

Saranno ispirati al’A.R.U. i tentativi rivoluzionari e le bande repubblicane della primavera del 1870 che costeranno la vita al caporale Pietro Barsanti, fucilato a Pavia e che si concluderanno con l’arresto di Mazzini a Palermo e la sua prigionia a Gaeta.

Dopo la morte di Mazzini, la Giovine Italia ebbe in Italia l’ultima riedizione in un Partito vero e proprio: il P.R.I. (PARTITO REPUBBLICANO ITALIANO) fondato a Milano il 21 aprile 1895.

Nel 1904 si costituì la Federazione Giovanile Repubblicana il cui periodico aveva per titolo La Giovine Italia mentre nell’ambito dell’irredentismo, operarono una Giovine Fiume fondata nel 1904 e una Giovine Istria, fondata nel 1913.

Nell’antifascismo, Giovine Italia si chiamò il giornale del PRI in esilio a Parigi, fondato dal suo Segretario, Mario Angeloni, accorso tra i repubblicani spagnoli con Carlo Rosselli nel 1936 e caduto in combattimento presso Huesca, e Randolfo Pacciardi, il quale dopo la guerra di Spagna, in America aveva lasciato un periodico, La Giovine Italia, organo di una lotta senza quartiere contro il nazifascismo e voce dei repubblicani italiani.

Nella guerra partigiana, sulle pendici del Monte Grappa, un’intera divisione decimata dai nazifascisti, s’intitolava Giovine Italia , Adriano Casadei, uno dei partigiani della banda Corbari, impiccato a Forlì con Corbari, Iris Versari e Spazzoli, aveva fondato a Faenza nel 1944 il movimento patriottico Giovine Italia; a Genova, nell’agosto 1943, era sorta l’Associazione Nazionale Giovine Italia per combattere contro i nazifascisti; il suo fondatore Giuseppe (Pilly) Bottaro, fu torturato e fucilato con altri cinquantotto compagni nel maggio del 1944.

Ma non solo in Italia la prima organizzazione di Mazzini ebbe fortuna, riedizioni ed imitazioni; l’esempio mazziniano si diffuse nel mondo, suscitando ovunque entusiasmi, adesioni e partecipazione.

Nell’America del Sud si pubblicò, prima del 1840, una Giovine Italia, mentre negli USA fu attiva una Young America (Giovine America) antischiavista. Nell’impero degli Zar fu all’opera, negli anni 1861-1862 una clandestina Giovine Russia. In Serbia operò una Giovine Serbia (Srpska Omladina), aspirante alla libertà e all’indipendenza dal giogo turco ed ad una futura, libera federazione repubblicana balcanica.

Sempre fra gli Slavi del sud sorse una Giovine Bosnia, vi furono affiliati gli attentatori di Sarajevo: Gavrilo Princip e Nedeljko Cabrinovic.

In Boemia, nel 1863, venne fondato il partito nazionalista dei Giovani Cechi; rappresentato al Parlamento di Vienna, ottenne il ripristino dell’Università Nazionale di Praga.

Sulle sponde del Baltico si organizzò una Giovine Estonia (Noor Eesti), promosso nel 1905 da Gustav Suits che, nel 1944,sfuggì ai sovietici e riparò in Svezia.

In Gran Bretagna vi fu una Giovine Inghilterra, come organizzazione rinnovatrice interna al partito tory (conservatore), organizzata dal Disraeli, mentre in Irlanda operò una Giovine Irlanda, movimento indipendentista sorto nel 1842 che nel 1848 provocò una sollevazione contadina.

In Oriente, nell’Impero Ottomano, fu attivato dal 1870 il partito politico progressista ed occidentalizzante dei Giovani Turchi (Unione e Progresso). Nel 1908 era talmente potente da provocare una rivoluzione che depose il sultano Abdul Hamid e iniziò l’ammodernamento in senso occidentale.

La lotta nazionale delle masse dell’India, ancora colonia della Corona Britannica, trovò la sua voce nel giornale Young India (Giovine India), organo del partito nazionale indiano, fondato dal Mahatma M.K. Gandhi durante la sua attività in Sudafrica (Pretoria 1893). Gandhi riconobbe la profonda influenza che aveva esercitato su di lui la lettura degli scritti mazziniani in lingua inglese (come in seguito fecero il Pandit Nehru e i cooperativisti indiani), citò spesso il genovese fra i suoi maestri spirituali e, nel 1931, visitando il nostro Paese, si dichiarò felice di poter vedere “la Patria di Mazzini”.

Per concludere, come ricordava Silvio Pozzani nell’opuscolo dell’Associazione Mazziniana Italiana (AMI) edito nel 1981 “La Giovine Italia”, vogliamo ricordare le parole che Mazzini indirizzava nel 1860 agli operai italiani attraverso la sua pubblicazione "I Doveri dell’Uomo":

Amate l’Umanità. Ad ogni opera vostra nel cerchio della Patria o della Famiglia, chiedete a voi stessi: “Se questo ch’io fo fosse fatto da tutti e per tutti, gioverebbe o nuocerebbe all’umanità?” E se la coscienza vi risponde: nuocerebbe, desistete; desistete quand’anche vi sembri che dall’azione vostra escirebbe un vantaggio immediato per la Patria o per la Famiglia. Siate apostoli di questa fede, apostoli della fratellanza delle Nazioni e della unità oggi ammessa in principio, ma nel fatto negata, del genere umano. Siatelo dove potete e come potete. Né Dio, né gli uomini possono esigere più da voi. Ma io vi dico che facendovi tali – facendovi tali dove altro non possiate, in voi stessi – voi gioverete all’Umanità”