Sondaggio pre elettorale per conto del Comitato Rimini Città Unita

Ci sono cose che prima di una campagna elettorale vanno richieste a coloro che si vogliono proporre come futuri governanti, siano essi regionali o statali, comunali o provinciali.

E se domandare è lecito, rispondere è cortesia.

Noi lo facciamo pubblicamente, consapevoli d’interpretare una vasta opinione popolare in relazione a quanto di seguito si espone, incoraggiati dai tanti segnali di sostegno ricevuti in questi ultimi giorni da cittadini e rappresentanti di categorie economiche, confidando nelle testate quotidiane locali quali strumenti di partecipazione democratica alla vita della nostra città.

Riteniamo che chiunque voglia candidarsi ad andare a Bologna fra qualche mese, o a Roma e palazzo Garampi l’anno prossimo a rappresentare i riminesi, debba prima esprimersi su come vorrà continuare o meno a sostenere le targhe alterne, le rottamazioni coatte e il TRC.

A tal fine, per rendere più facili le risposte ai nostri interlocutori, gli rendiamo noti pubblicamente dei dati che gli potranno essere utili se veramente vorranno essere eletti.

A cura di Giorgio Dobori e Giulio Gherardo Starnini (membri della direzione del comitato “Rimini Città Unita”)

RIGUARDO ALL’INUTILITA’ DELLE TARGHE ALTERNE

Visto che il Comune, la Provincia, la Regione e lo Stato stanno per presentarsi a tutti con i “bilanci sociali”, strumenti coi quali sostanzialmente si istituzionalizzeranno i sondaggi quale strumento di misura del consenso al proprio operato, ci siamo permessi anche noi, nel nostro piccolo, di fare un piccolo “bilancio sociale” riguardo al gradimento delle targhe alterne.

Dicono i cittadini in riferimento ad un sondaggio da noi svolto nel corso del 2004, ad un campione di 1000 riminesi, ai quali abbiamo rivolto questa domanda: “secondo lei a cosa servono le targhe alterne?” Abbiamo registrato queste risposte prevalenti :

· a creare confusione nella definizione delle regole di circolazione; 20%

· a aumentare il clientelismo; 18%

· a migliorare la qualità dell’aria 17%

· a danneggiare solo pochi poveri disgraziati; 15%

· a lasciar irrisolto il caos viabilistico in Rimini e dintorni; 10%

· a far chiudere i pochi negozi rimasti in centro; 10%

· forse, a far saltare l'attuale Giunta Comunale/Provinciale/Regionale 5%;

· altro 5%

Da diversi interpellati abbiamo poi ricevuto in forma firmata o anonima anche delle proposte o delle analisi che ci siamo impegnati a pubblicizzare. Di fatto ne segue una serie di contro-proposte interessanti:

<>Saro' sintetico...le targhe sono un palliativo, devono essere integrate da altri provvedimenti piu' seri. Bisogna controllare l'effettiva temperatura che c'e' in uffici ed abitazioni e controllare gli scarichi delle fabbriche.

Le auto sono solo una parte e trovo indecente dover subire questo ulteriore balzello.

A questo punto non credo possa intendersi come provocazione l’idea che le assicurazioni di Rimini e altre citta' colpite da targhe alterne e/o blocchi totali di circolazione DEVONO diminuire il premio assicurativo o il comune DEVE elargire dei BONUS assicurativi.

Sono stanco di pagare per servizi che non posso usufruire....>>

Da un altro cittadino contattato per sentire la sua opinione riceviamo:

<>In particolare, si propone di incoraggiare l’installazione in tutte le abitazioni di filtri agli impianti di riscaldamento; di realizzare nuovi grandi parcheggi di attestamento; di garantire incentivi per l’utilizzo dei mezzi pubblici. >>

Ed ancora da un cittadino di linguaggio colorito riceviamo un’analisi e alcune indicazioni: <>stiamo toccando con mano che le targhe alterne hanno risolto poco o nulla per l' inquinamento. D'altra parte è dimostrato scientificamente che il traffico incide non più del 25-30 % sull' inquinamento urbano. La massima parte delle emissioni proviene dai veicoli industriali , dai sistemi di riscaldamento urbano.

Ma mi raccomando, non provate a toccare i camionisti alla guida di certi catorci che buttano in aria nubi composte da particelle che vanno dai pezzi di catrame alle mosche morte, non toccare i camionisti sennò i sindacati s' incazzano e ti ritrovo file di camion a bloccare le strade....non toccare l' IVeco non provare a convertire il trasporto su gomma a trasporto ferroviario altrimenti s' incazza(va) Agnelli padrone d' Italia.....non toccare le industrie altrimenti succede quanto è successo con l' ACNA di Cengio e la Stoppani di Cogoleto( GE) con i polli-di-renzo lavoratori con famiglia ed ambientalisti giustamente contrapposti a scannarsi...salvo finire purtroppo come le vittime del Cromo esavalente di Cogoleto o dei derivati del vinile a Porto Marghera....

A me la faccenda delle targhe alterne fa venire in mente il succo d' antani e la supercazzola permaturata del conte Mascetti (amici miei).>>

Oppure segnaliamo questo intervento:<>Ma la vera soluzione del problema è costituita dai motori ad idrogeno. Varie case automobilistiche, quali Mercedes, Chrisler e BMW, hanno annunciato la produzione di modelli di tal genere entro il prossimo anno. I motori ad idrogeno non costituiscono tecnologie futuristiche, ma prototipi che esistevano già 30 anni fa. Il primo tipo di cella usata su un trattore fu di ti po alcalino, funzionante con ossigeno ed idrogeno compressi. Queste celle però erano molto ingombranti e poco valide.

Prima della crisi, anche la FIAT aveva messo a disposizione notevoli cifre per la realizzazione di queste tecnologie.

In passato Robert Stirling aveva inventato un motore funzionante con aria calda che però non è stato più riutilizzato. Attualmente questi motori vengono montati solo su dirigibili e motoscafi svedesi.

Noi pensiamo che, in una regione ricca e tecnologicamente avanzata come la nostra, non si possa sperare nella pioggia "purificatrice" per lavare l'aria.>> Giorgio Porzio

Altro contributo civico:<>Le auto inquinano, ma gli impianti di riscaldamento pure! Che io sappia in italia esiste una legge che limita a 20 gradi la temperatura interna dei locali e il numero di ore di funzionamento delle centrali termiche.

Che io sappia questa legge è bellamente ignorata, se controllassimo il funzionamento delle centrali termiche non avremmo bisogno di targhe alterne. >>

Ed ancora interessante è quest’altro contributo civico di un cittadino che ha capito parecchie cose: <>Si rinnova e si consuma il rito delle domeniche a piedi e delle targhe alterne, come tentativo di risposta all'aumento degli inquinanti nell'aria delle citta'. Tentativo che, in queste forme, si reitera sempre senza i risultati auspicati, Non solo, ma la situazione peggiora. Fino a ieri c'era almeno la scusa che le specifiche amministrazioni comunali ci ricavavano qualche soldino grazie ai finanziamenti del ministero dell'Ambiente. Ma ora questo rubinetto si e' finalmente chiuso, per cui la giustificazione che dovrebbe essere credibile, lo e' solo e disperatamente solo meno. L'unico risultato sono le difficolta' in piu' per i cittadini che lavorano con il proprio mezzo o che non hanno due automobili con targa pari e dispari. Diamo atto al ministro Altero Matteoli di aver fatto una scelta precisa e assennata con la fine di questi inutili contributi e -per ora in un'intervista al quotidiano Il Messaggero di oggi- di essersi impegnato per l'uso dei fondi che ha a disposizione in provvedimenti strutturali come i contributi ai motorini meno inquinanti, l'installazione capillare di distributori di metano, la promozione del "car sharing" (veicoli condivisi) e una campagna di promozione dei mezzi pubblici. Aspettiamo il passaggio dalle parole ai fatti.

E proprio per i fatti ci stupisce l'assenza di iniziativa da parte del ministero delle Attivita' Produttive. Perche' se uno dei principali motori dell'economia italiana e' la vendita di automobili, tutte rigidamente a combustioni inquinanti, e' saggio continuare ad ignorare che e' proprio qui che bisogna intervenire, su quantita' e qualita' di produzione? Chissa' dov'e', e se c'e' questa saggezza. Perche' per il momento ci sembra ferma alla stessa stazione di servizio dove sono i Sindaci e le Amministrazioni Regionali e dello Stato, capaci solo di provvedimenti tampone e raramente strutturali (comunque, quando ci sono, insufficienti). Siccome nei casi dei Governi comunali e regionali (salvo rarissime eccezioni) si e' ampiamente dimostrato che non sono in grado di intervenire per un coacervo di motivi che vanno dall'economico al politico, rasentando quelli dell'incapacita' e della scelta sbagliata o interessata delle priorita', sono solo iniziative a livello nazionale che potrebbero dare un qualche effetto. Per questo chiediamo che, per cominciare, siano i tre ministeri maggiormente interessati a coordinarsi ("Ambiente", "Attivita' Produttive" e "Infrastrutture e Trasporti"), con tempi stretti e scadenze ben precise. E' una emergenza, e occorre agire come fa la Protezione civile, cioe' subito e coordinando tutto cio' che c'e' da coordinare. La relega dell'azione all'ordinarieta' serve solo a procrastinare gli inutili provvedimenti tampone e conseguenti disagi ai cittadini, agli utenti e ai consumatori.>>

Segnaliamo poi la denuncia di alcuni commercianti, che danno la misura dell’impatto sulla propria attività economica, e di riverbero su quella delle proprie famiglie sostenute dal reddito di quell’attività: <>A tre anni dall’avvio delle targhe alterne a Rimini a calare non sono stati i valori delle polveri presenti nell’aria che respiriamo, ma soltanto gli incassi dei commercianti. I valori di Pm10 presenti nell’aria non sono calati affatto, tant’è che nell’ultima settimana la soglia limite dei 50 microgrammi è stata costantemente superata e con le previsioni meteorologiche effettuate paiono addirittura tendere all’aumento. Gravemente penalizzati sono invece i piccoli esercizi commerciali: bar, piccole rivendite, negozi di abbigliamento che nei giorni delle targhe alterne registrano un drastico calo dei loro incassi. Favoriti sono invece i grossi centri commerciali, situati fuori dalla SS.16 ove non vige il divieto, dotati di grossi parcheggi e situati, guarda caso, vicino a grosse arterie, dove dunque i veicoli possono circolare. E’ così che l’amministrazione di centro sinistra tutela le categorie produttive più deboli? Non dimentichiamo che questi divieti, nonostante la riduzione della fascia oraria, non coinvolgono minimamente le fasce benestanti della popolazione, che possiedono un parco auto di almeno tre o quattro auto per famiglia”.

Non riteniamo secondario segnalare il problema sociale che questi provvedimenti inutili all’ambiente stanno portando anche ad altri operatori, e scongiuriamo che a livello nazionale non si perseguano le iniziative proposte dal ministro Lunardi (targhe alterne tutti i giorni) che speriamo sia a conoscenza del fatto, che ci sono molti operatori economici che lavorano con la propria autovettura.

Abbiamo così svolto un altro sondaggio nel corso del 2004, miratamene su 200 imprese riminesi, di cui 140 attività commerciali e 60 pubblici esercizi sulle targhe alterne. Tre le domande sottoposte per stilare un bilancio definitivo sulle limitazioni al traffico.

Alla prima domanda “A conti fatti, qual è il suo bilancio sulle targhe alterne?”,il 71,5% degli intervistati ha risposto che si è trattata di un’iniziativa deludente o decisamente deludente, mentre per il 22,8% è stata discreta e per il 5,7% è stata buona.

Alla seconda domanda “Come sono andate le vendite nei giovedì di targhe alterne?”il 77,1% ha detto che c’è stata una diminuzione (per il 34,3% è stata leggera, per il 42,8% c’è stata una forte diminuzione); stabilità nelle vendite, invece, per il 22,9% delle imprese.

Alla terza domanda “Secondo lei, ci sarà una ripresa delle vendite da aprile, quando non ci saranno più le targhe alterne?” il 42,9% ha detto di sì, il 22,9% no, il 34,2% non so.

Analizzando più dettagliatamente i dati, scopriamo che sono le aziende del settore del commercio ad aver sofferto maggiormente rispetto a quelle dei pubblici esercizi: infatti, per il 76% delle aziende del commercio il bilancio sulle targhe alterne è deludente o decisamente deludente contro il 59,5% dei pubblici esercizi.

Sempre nel settore del commercio, l’84% delle aziende ha dichiarato una diminuzione delle vendite (leggera per il 32%, forte per il 52%), mentre per i pubblici esercizi la diminuzione c’è stata per il 59,9% delle aziende (leggera per il 39,9%, forte per il 20%).

Infine, per quanto riguarda una ripresa delle vendite ad aprile, sono più ottimisti i pubblici esercizi (50,1%) rispetto alle aziende del commercio (40%).

In definitiva riteniamo che i candidati e coloro che governano al Comune di Rimini, alla Provincia di Rimini, alla Regione Emilia-Romagna e allo Stato Italiano dovrebbero rivedere la normativa vigente sull’ uso delle auto private e accantonare il progetto del TRC a favore di opere più economiche, rapide a realizzarsi nonché ben più qualificanti e strutturali.

Le limitazioni imposte oltre a non produrre nessun effetto benefico sull'ambiente e sull’economia, riteniamo che costringano migliaia di persone a perdite di tempo alla ricerca di mezzi di trasporto alternativi spesso inesistenti o inadeguati e di rinunce sul piano personale, tempo libero, trasporto dei figli, accesso ai Centri Commerciali, che contrastano con l’oggettiva priorità di tali impegni. Grazie ancora Presidenti e Sindaco Fatti non demagogia

Giorgio Dobori

Giulio Gherardo Starnini