28. mar, 2022

Post n° 20 - Anarchia e Dispotismo: due facce della stessa medaglia

La distinzione fra coloro che ci offrono più o meno istruzione e quelle e quelli che predicano educazione, è più grande di quanto si immagini.

Due dottrine, due scuole, dividono il campo di coloro che combattono per la libertà contro il dispotismo.
La prima dichiara che la sovranità risiede nell’individuo.
La seconda sostiene che essa vive unicamente nella società, e prende a norma il consenso manifestato dalla maggioranza.
La prima crede di aver compiuto la propria missione quando ha proclamato i diritti che pensa siano riferiti alla natura umana e tutelato la libertà.
La seconda guarda quasi esclusivamente all’associazione, e desume dal patto che la costituisce i doveri d’ogni individuo.
La prima non vede più in là di ciò che Mazzini chiamò istruzione, perché l’istruzione tende infatti a dare facilità di sviluppo, senza norma generale, alle facoltà individuali.
La seconda grida per la necessità di un’educazione che per essa è la manifestazione del programma sociale.
La prima guida inevitabilmente all’anarchia morale.
La seconda, se dimentica i diritti della libertà, corre il rischio di cadere nel dispotismo della maggioranza.
Alla prima apparteneva tutta quella generazione chiamata in Francia, dottrinari, che tradì le speranze del popolo dopo la rivoluzione del 1830, e gridando libertà d’istruzione e non altro, perpetuò il monopolio governativo nella classe borghese che ha più mezzi per dare sviluppo alle proprie facoltà individuali, oggi ha rilevanza in tutti coloro che soli o riuniti in associazione rivendicano primariamente o esclusivamente solo i presunti propri diritti.
La seconda è rappresentata oggi da nostalgici del ventennio fascista o accecati dagli autocrati russo e cinese o dal più retrivo conservatorismo statunitense, appartenenti a vecchie credenze, ostili al dogma dell’avvenire, il Progresso.
Tutte due quelle scuole peccano di tendenze povere di spirito, esclusive e senza cuore, sono per robot non per esseri umani.
Il vero è questo:
La sovranità è in Dio, nella Legge morale, nel disegno provvidenziale che governa il mondo e che è via via rivelato dalle ispirazioni del Genio virtuoso e dalle tendenze dell’Umanità nelle epoche diverse della sua vita, e nello scopo che bisogna raggiungere oltre che nella missione che bisogna compiere.
Non c'è sovranità nell'individuo, non c'è nella società, se non quando l’uno e l’altra si uniformino a quel disegno, a quella Legge, e si dirigano a quello scopo.
Un individuo o è il migliore interprete della Legge morale e governa in suo nome, o è un usurpatore da rovesciarsi.
Il semplice voto d’una maggioranza non costituisce sovranità, se tale maggioranza è avversa evidentemente alle norme morali supreme, o chiusa deliberatamente alla via al Progresso futuro.

Bene sociale, Libertà, Progresso: al di fuori di questi tre termini non può esistere Sovranità.

L’educazione insegna quale sia il Bene sociale.

L’Istruzione assicura all’individuo la libera scelta dei mezzi per ottenere un progresso successivo nel concetto del Bene.