28. apr, 2022

51° post - Dialogo sui Doveri 1- dell'attualità della proposta di Mazzini e del PRI: l'intervista impossibile del prof. Sauro Mattarelli a Giuseppe Mazzini

PERCHE' I DOVERI

Mattarelli: Prima d'intraprendere un dialogo sui "doveri", che rischia di essere anacronistico, dovremmo almeno chiarire alcuni aspetti preliminari: verso chi abbiamo dei doveri? E perché?

Mazzini: I doveri di ogni essere umano, oggi come ieri, sono verso Dio, l'umanità, la patria, la famiglia, noi stessi... Non trovo affatto strano che si riscoprano questi problemi in una società intrisa di edonismo. Ma scavando sotto questa superficie artificiosa, instabile e un po' vacua possiamo notare che molte persone oggi non chiedono altro che di seguire buoni principi; se ne avverte un bisogno assoluto. L'anacronismo a cui alludi dipende forse dalla difficoltà nell'individuare chi possa effettivamente predicare i doveri, attraverso l'unico mezzo possibile: le nostre azioni, i comportamenti quotidiani.

Mattarelli: Perché dobbiamo partire dai "doveri" in una società dove i diritti di due terzi della popolazione del globo sono calpestati? Sembra quasi che, con una simile premessa, i sacrifici ricadano sempre sui soliti: i poveri, i diseredati, gli schiavi, coloro che soffrono. Perché non parlare, allora, del dovere dei potenti della terra verso tutti gli infelici?

Mazzini: Indubbiamente chi ha maggiori mezzi ha anche maggiori responsabilità; ma se ripercorri la storia degli ultimi due secoli, noterai facilmente che in tutto questo tempo si è operato sempre in nome dei Diritti dell'uomo, della libertà come mezzo per farli valere, del benessere come scopo della vita. Dalla Rivoluzione francese in poi è stato un fiorire di scuole che hanno declinato i diritti: ostacoli importanti sono stati rovesciati, la "libertà" è stata conquistata in vaste zone del pianeta, ma la condizione dei popoli è migliorata? I milioni e milioni che vivono con meno di un dollaro al giorno hanno forse acquistato un poco del benessere promesso o sperato?

Mattarelli: La risposta è ovviamente negativa. Possiamo anzi constatare che è aumentata l'incertezza, la precarietà. Le emigrazioni avvengono su scala mondiale; si cerca sempre più spesso di fronteggiare il problema della povertà con l'elemosina, anziché attraverso politiche efficaci. Ma sono piuttosto restio ad individuare nei "diritti" la causa di queste afflizioni.

Mazzini: Negli ultimi decenni i beni materiali si sono accresciuti; la "globalizzazione" ha favorito i commerci a tutti i livelli, le potenzialità produttive sono giunte a un grado di sviluppo mai immaginato fin'ora, le comunicazioni sono rapide e sicure, i prezzi dei trasporti sono diminuiti, come pure quelli delle derrate alimentari. Perché, allora, il consumo dei prodotti, invece di ripartirsi si è concentrato solo in alcune zone privilegiate del pianeta e le sue leve sono detenute da poche persone che formano una nuova aristocrazia? Perché l'annunciato benessere per tutti si è trasformato nel lusso sfrenato solo per qualcuno?

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