5. mag, 2022

58° post - Dialogo sui Doveri 6 - dell'attualità della proposta di Mazzini e del PRI: l'intervista impossibile del prof. Mattarelli a Mazzini - Conclusione

Continua il 56° post:

Mattarelli: Nelle tue parole sembra di scorgere una fondamentale differenza verso chi si limita a predicare i cambiamenti sociali in nome dei diritti, degli "automatismi", senza far seguire azioni concrete. Si può però desumere che, anche supponendo la buona fede, dovremmo dubitare sempre dell'esito "finale" proprio perché i mali dei poveri sono noti alle classi agiate. Noti, ma non sentiti.
Mazzini: L'indifferenza generale nasce infatti dall'egoismo, dalla mancanza di una fede comune, da decenni di prediche in nome di diritti fino al punto che coloro che non soffrono, i benestanti, si sono abituati a considerare i drammi sociali come una triste necessità e i rimedi sono delegati alle generazioni future.

Mattarelli: Quindi riconosci che non si tratta tanto della difficoltà a fare accettare una diagnosi ma, piuttosto, è arduo scuotere le persone, indurle ad agire, ad associarsi, a rinunciare a qualche piccolo privilegio per vincere i mali secolari e le paure. Non ti sembra un problema insormontabile far comprendere che, oggi, è necessaria un'opera di "fede" , un apostolato in nome della responsabilità che ci investe come abitanti di questo pianeta?
Mazzini: La gente dovrebbe rendersi conto che le dottrine basate sui diritti e sul benessere immediato sono destinate a non produrre effetti duraturi e hanno preparato la strada ai più gravi delitti sociali, alla guerra civile, alla lotta fra classi. Cristo, quando venne in terra, non parlò di diritti ai ricchi, che non avevano bisogno di conquistarli, nè ai poveri, che ne avrebbero forse abusato e si sarebbero ridotti a imitare i ricchi. Non parlò di utile, di interesse a persone che da questi valori erano state corrotte. Parlò di Dovere, di Amore, di Sacrificio, di Fede. E quelle parole sussurrate nell'orecchio di una società che non aveva più alcuna scintilla vitale ebbero l'effetto di rianimarla. Conquistarono milioni di persone, migliorarono l'educazione dell'intero genere umano.

Mattarelli: Secondo te, ora, viviamo in un'epoca simile, cadaverica, che necessita di essere ravvivata attraverso l'associazione sotto "una sola fede", un unico scopo planetario, uno sviluppo libero e autenticamente progressivo, capace di armonizzare la società umana nella sua interezza?
Mazzini: Sì, e per riuscire in questo alto compito occorre ricostruire, come si usa dire, un autentico connubio tra cielo e terra. E' dunque necessario il ritorno ad un apostolato che ricalchi quello del Cristianesimo delle origini. Per predicare il Dovere, la virtù, il sacrificio, l'amore occorre essere virtuose e virtuosi, pronte e pronti al sacrificio e all'amore. I bisogni e le idee vanno espressi, ma senza ira, senza minaccia. La fermezza è molto più potente della minaccia o dell'irritazione del linguaggio. Certo nessun piano di educazione è possibile senza il cambiamento delle condizioni materiali di miliardi di esseri umani, occorreranno rivoluzioni, processi di emancipazione, ma la scintilla deve partire dai più fortunati, da chi ha i mezzi per educarsi e per educare. Occorrerà calarsi nuovamente tra i popoli, dirigerli, proteggerli dai sofismi e dalle false dottrine.

E' bene ricordare che, come oggi, il 05 maggio 1807 sono stati decapitati a Como i condannati politici don Bartolomeo Passerini e Bartolomeo Molciani, per l'insurrezione tesa ad abbattere il Regno Italico e a ripristinare la Repubblica