6. mag, 2022

59° post - Bruciare il Tricolore

Il 6 marzo 2005 in una piazza di Castagnola, vicino a Lugano, cinque ex ministri italiani: Bossi, Calderoli, Castelli, Maroni e Tremonti hanno cantato:

“SIAMO PADANI, ABBIAMO UN SOGNO NEL CUORE, BRUCIARE IL TRICOLORE”.

Sono passati ormai diciassette anni da quel giorno, ma all'epoca i cinque ex ministri erano già grandicelli abbastanza da non poter essere scambiati per dei giovanotti goliardici.

Oggi Bossi risulta tra i votati da questo Parlamento per l'elezione a Presidente della Repubblica; Calderoli è vicepresidente del Senato della Repubblica Italiana; Castelli si è ritirato dalla politica attiva ormai da anni, ma nonostante la nominale virata salviniana della Lega Nord, rimane impenitente padano; Maroni, anche lui si è ritirato dalla politica attiva da qualche anno, e anche lui nonostante la nominale virata salviniana della Lega Nord, rimane impenitente padano e stimato dai suoi compagni e dirigenti di partito e di coalizione; Tremonti, professore di diritto tributario all'Università di Pavia compare spesso in televisione, anche su quella dello Stato, accreditato come vecchio saggio (sic!), e addirittura gli è stato riservato l'ultimo intervento alla recente conferenza programmatica del partito di Giorgia Meloni, quella dei sedicenti patrioti (sic!)

Questo è il rispetto che hanno i cinque ex ministri per l’Italia e i suoi simboli costituzionali. E' incredibile come trovino ancora gente che li sostiene, soprattutto nella tv di Stato!

Si sente spesso dire:"Il Comunismo è morto, ma ci sono ancora tanti comunisti nei partiti del Parlamento", oppure "La Democrazia Cristiana è morta, ma ci sono tanti cattolici impegnati in quanto cattolici in politica che compongono la parte maggiore dei membri dei partiti in Parlamento".
E allora ci chiediamo se la Lega Nord è morta sostituita dalla Lega per Salvini premier, pare solo a noi, o anche di ex padani duri e puri trasformati in nuovi nazionalisti con caratteri autarchici sono caratterizzati i membri di molti partiti presenti in Parlamento?

Per l'almanacco martirologio di oggi dei veri patrioti, non quelli della Meloni, è bene ricordare che, come oggi, il 06 maggio 1824 è stato impiccato a Palermo il garzone sarto Giuseppe Sessa, condannato a morte per costituzione di setta Carbonara il 26 aprile dello stesso anno.