12. mag, 2022

65° post - Energie liberabili (conclusioni)

Un partito serio come il PRI chiede se 8000 comuni rappresentano la condizione di miglioramento e di ammodernamento di un paese o se al contrario rappresentino il piombo sulle ali di qualsiasi politica di sviluppo e modernità del sistema paese.

Alcuni dati esplicativi della situazione:

Comuni per fasce demografiche - Numero dei comuni italiani e popolazione residente suddivisi per classi demografiche.

I dati sono aggiornati al 01/01/2018 (ISTAT).

Fascia demografica - N° Comuni - Popolazione in numero % e residenti %

da 500.000 ab. e oltre - 6 - 0,08% - 7.336.149 - 12,13%

da 250.000 a 499.999 ab. - 6 - 0,08% - 1.923.795 - 3,18%

da 100.000 a 249.999 ab. - 33 - 0,41% - 4.913.191 - 8,12%

da 60.000 a 99.999 ab. - 60 - 0,75% - 4.614.583 - 7,63%

da 20.000 a 59.999 ab. - 419 - 5,27% - 13.709.350 - 22,67%

da 10.000 a 19.999 ab. 703 - 8,84% - 9.685.536 - 16,01%

da 5.000 a 9.999 ab. 1.184 - 14,89% - 8.364.157 - 13,83%

da 3.000 a 4.999 ab. 1.106 - 13,90% - 4.306.943 - 7,12%

da 2.000 a 2.999 ab. 952 - 11,97% - 2.339.670 - 3,87%

da 1.000 a 1.999 ab. 1.529 19,22% 2.227.620 3,68%

da 500 a 999 ab. 1.104 - 13,88% - 814.181 - 1,35%

meno di 500 ab. 852 - 10,71% - 248.798 - 0,41%

Totale 7.954 - 100,00% - 60.483.973 - 100,00%

La tabella in basso riporta altre fasce demografiche di interesse per i piccoli comuni.

meno di 5.000 ab. - 5.543 - 69,69% - 9.937.212 - 16,43%

meno di 4.000 ab. - 5.077 - 63,83% - 7.847.204 - 12,97%

meno di 3.000 ab. - 4.437 - 55,78% - 5.630.269 - 9,31%

meno di 2.000 ab. - 3.485 - 43,81% - 3.290.599 - 5,44%

meno di 1.000 ab. - 1.956 - 24,59% - 1.062.979 - 1,76% Fasce demografiche per area geografica

Comuni del Nord, Centro e Mezzogiorno d'Italia suddivisi per fasce demografiche.

Il Nord comprende le regioni del Nord-Ovest (Liguria, Lombardia, Piemonte, Valle d'Aosta) e quelle del Nord-Est (Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Trentino-Alto Adige, Veneto).

Il Centro comprende le regioni Lazio, Marche, Toscana ed Umbria.

Il Mezzogiorno comprende le regioni dell'Italia Meridionale o Sud Italia (Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia) e quelle dell'Italia insulare (Sardegna, Sicilia). L'Abruzzo è classificato nell'Italia meridionale per ragioni storiche, in quanto faceva parte del Regno delle Due Sicilie prima dell'unità d'Italia del 1861.

Fascia demografica - Numero comuni - Popolazione residente Nord - Centro - Mezzo- giorno Nord - Centro - Mezzogiorno

da 500.000 ab. e oltre - 3 - 1 - 2 - 2.828.800 - 2.872.800 - 1.634.549

da 250.000 a 499.999 ab. - 3 - 1 - 2 - 907.857 - 380.948 - 634.990

da 100.000 a 249.999 ab. - 17 - 6 - 10 - 2.511.806 - 855.962 - 1.545.423

da 60.000 a 99.999 ab. - 18 - 15 - 27 - 1.419.395 - 1.175.147 - 2.020.041

da 20.000 a 59.999 ab. - 160 - 84 - 175 - 4.985.463 - 2.826.224 - 5.897.663

da 10.000 a 19.999 ab. - 351 - 116 - 236 - 4.797.532 - 1.636.197 - 3.251.807

da 5.000 a 9.999 ab. - 673 - 153 - 358 - 4.751.636 - 1.115.953 - 2.496.568

da 3.000 a 4.999 ab. - 625 - 143 - 338 - 2.436.407 - 560.888 - 1.309.648

da 2.000 a 2.999 ab. - 523 - 108 - 321 - 1.287.605 - 261.881 - 790.184

da 1.000 a 1.999 ab. - 803 - 184 - 542 - 1.170.001 - 269.645 - 787.974

da 500 a 999 ab. - 642 - 103 - 359 - 467.855 - 76.401 - 269.925

meno di 500 ab. - 612 - 59 - 181 - 171.801 - 18.008 - 58.989

Totale 4.430 - 973 - 2.551 - 27.736.158 - 12.050.054 - 20.697.761

Come si può notare la distribuzione di piccolissimi comuni che non esercitano nessuna funzione propulsiva di un territorio né di ammodernamento di servizi di qualità ai cittadini e al sistema delle imprese è distribuita in tutto il paese. In questi comuni il numero dei dipendenti è riportato nella seguente tabella e rappresentano un costo strutturale annuo che si somma a quello di regioni e province.

I dipendenti comunali, il personale delle regioni a statuto ordinario, delle regioni a statuto speciale e delle province

Il numero di dipendenti comunali per 1.000 abitanti, per regione

Piemonte 29.603 - 6,69%

Valle d'Aosta 1.466 - 11,40%

Lombardia 60.744 - 6,12%

Trentino-Alto Adige 9.918 - 9,46%

Veneto 27.805 - 5,65%

Friuli-Venezia Giulia 10.738 - 8,73%

Liguria 13.677 - 8,59%

Emilia-Romagna 30.924 - 6,95%

Toscana 27.289 - 7,28%

Umbria 5.896 - 6,58%

Marche 10.255 - 6,60%

Lazio 41.669 - 7,10%

Abruzzo 8.011 - 6,01

Molise 1.842 - 5,85%

Campania 37.419 - 6,38%

Puglia 17.800 - 4,36%

Basilicata 4.028 - 6,97%

Calabria 15.266 - 7,75%

Sicilia 51.871 - 10,18%

Sardegna 11.819 - 7,12%

Totale 418.041 - 6,89%

Fonte: elaborazione IFEL-Dipartimento Studi Economia Territoriale su dati Ministero dell'Economia e delle Finanze, 2015

Circa 550.000 dipendenti di regioni, province e comuni. Siccome è evidente che questo è un costo strutturale eccessivo per i benefici che ne derivano occorre preparare un progetto di riforma che accorpi comuni a 25000/30000 abitanti e che nel corso di 10/15 ANNI porti il numero dei comuni a circa 600 cui possono aggiungersi alcune eccezioni per i luoghi più disagiati della montagna in cui le comunità montane possono diventare il perimetro del nuovo comune. E’ chiaro che un progetto così radicale ma necessario va incentivato con finanziamenti ai nuovi comuni, con incentivazione agli esodi e con nuove piante organiche con servizi e specializzazioni telematiche e informatiche che eliminino molta della burocrazia esistente. Occorre procedere all’individuazione e simulazione di carte dei servizi comunali con standards qualitativi e tempi per ogni procedimento burocratico necessario. Queste sperimentate devono diventare standard in tutti i comuni affinchè si possa omogeneizzare la qualità del servizio ai cittadini e al sistema delle imprese. Le più grandi resistenze vengono dai piccoli comuni e dai dirigenti di quei comuni con la motivazione che le tradizioni locali sparirebbero. Una falsità dal momento che le tradizioni si coltivano con la cultura non con la sede amministrativa che per le pratiche più urgenti può rimanere presso gli attuali comuni ma che in prospettiva dovranno essere espletate via telematica.

AUTOCERTIFICAZIONE E CARTA FISCALE Procedere all’uso delle autocertificazioni e all’uso di una carta fiscale affinchè in tempo reale alle scadenze un cittadino o un’ impresa possa incassare i crediti se è fornitore o pagare se è debitore. La pratica di finanziarsi non pagando i fornitori deve finire perché è una vergogna per il nostro paese.

COMUNITA' MONTANE E ENTI PARTECIPATI LE COMUNITA’ MONTANE

Sono in un numero eccessivo e se i comuni venissero accorpati a 25/30000 abitanti sarebbero pure inutili. Oggi vi sono comunità montane dove il territorio montuoso non esiste e costituiscono vere cattedrali del clientelismo politico. Così come le partecipate dai comuni che sono circa 9000 di cui quasi un terzo inattive ma con cda pagati. Molte di queste società anche se alcuni interventi legislativi dopo la denuncia della corte dei conti sono stati prodotti ma altri lasciati privi di regolamenti attuativi per cui non è cambiato nulla.

MULTY UTILITIES E SOCITA’ PARTECIPATE

Occorre intervenire nelle cosidette multy utilities il cui capitale sociale è detenuto dagli enti locali con un patto di sindacato che costituiscono veri e propri conflitti d’interessi da un lato e negazione della concorrenza dall’altro. I conflitti d’interesse consistono nel fatto che i soci detentori del capitale azionario sono gli stessi che determinano le tariffe, in regime di monopolio realizzando utili enormi a discapito della qualità dei servizi e determinando una vera e propria tassa aggiuntiva a quelle già elevate dal sistema centrale e periferico. Aumenti del 5/6 a volte del 10% delle tariffe fatte dagli Ato dove i comuni sono quelli che decidono e nello stesso tempo determinano utili che poi vengono molte volte ristornati in base alle azioni possedute. La concorrenza è inesistente e questo si ripercuote sulla qualità del servizio, nessuno parla di questo e ci si sofferma su di un confronto ideologico privatizzazione sì o no che di per sé non significa nulla mentre la mancanza di concorrenza penalizza sempre i cittadini.

Noi dobbiamo smantellare questi centri di potere clientelare senza controlli che di fatto blocca risorse dei comuni solo in minima parte a beneficio dei territori e con costi inaccettabili per i cittadini.

Se queste proposte andassero a regime noi avremmo nel giro di qualche anno un sistema di enti locali moderno con personale adeguato ai tempi, senza i lacci della burocrazia e che determina un calo strutturale di costi per centinaia di miliardi all’anno da utilizzare per investimenti e per sanare il debito pubblico, ma deve scontrarsi con il potere di resistenza di un sistema clientelare che è fiorito prima col regime democristiano e comunista e oggi coi loro eredi fusi nel PD.

Se vogliamo contrastare la propaganda di misure che producono decine di milioni come i vitalizi o le pensioni d’oro , ammesso che poi, non vengano smentiti dai ricorsi dobbiamo portare il confronto e l’informazione dei cittadini su di un vero disegno riformatore che aggredisca gli anacronismi del passato e collochi il nostro paese in un’ ottica di modernità.

Dall'almanacco dei martiri del dovere, riportiamo che, come oggi, il 12 maggio 1836 moriva in esilio in Francia, a Macon, il pittore Evandro Carpi, di Reggio Emilia, che dopo aver sofferto il carcere per Carboneria, nel 1822, aveva partecipato alla rivoluzione di Modena nel 1831