3. giu, 2022

86° post/Reminder 19: sul quesito del referendum di domenica 12 giugno 2022 che può tagliare le unghie alla casta giudiziaria-politico-affaristica italiana

Dall'almanacco dei martiri del dovere, riportiamo che, come oggi, il 3 giugno 1931 moriva Evelyn Lilian Hazeidine Carrington in Martinego-Cesaresco, donna del Risorgimento, che aveva ospitato Garibaldi a Londra ed era stata turista a Rimini scrivendo tra le altre cose:"E' stata una generosità del destino a dare alla piccola Repubblica di San Marino la possibilità di rendere servigi incalcolabili alle tardive libertà italiane. Nel 1849 i sammarinesi diedero rifugio a Garibaldi inseguito dagli austriaci durante la fuga da Roma. Non vi é dubbio che così facendo essi salvarono la vita dell'eroe: senza l'aiuto di questa gente di montagna che non aveva mai portato catene, non ci sarebbe stato lo sbarco dei Mille a Marsala, Napoli e Palermo non avrebbero potuto dare il loro benvenuto al grande liberatore e il re d'Italia non risiederebbe al Quirinale."

Vediamo oggi le motivazioni per votare SI' al 5° referendum (scheda verde) sull'abrogazione di norme in materia di elezioni dei componenti togati del Consiglio Superiore della Magistratura (CSM).

Quanto al CSM, organo di autogoverno dei magistrati composto per 2 terzi da magistrati eletti, i referendari vogliono abrogare l’obbligo, per un magistrato che voglia essere eletto, di trovare da 25 a 50 firme per presentare la propria candidatura.

Infatti, l’attuale obbligo sostanziale impone a coloro che si vogliano candidare di ottenere il beneplacito delle correnti con il cosiddetto metodo Palamara e di essere ad esse iscritti.

Con il sì, si tornerebbe quindi alla legge originale del 1958, che prevedeva che tutti i magistrati in servizio potessero proporsi come membri del CSM presentando semplicemente la propria candidatura.

Avremmo così votazioni che mettono al centro il magistrato e le sue qualità personali e professionali, non gli interessi delle correnti o i loro orientamenti politici, affaristici o di carriera.

L'attuale CSM è composto da elementi eletti con il sistema orchestrato dal presidente dell'Associazione Nazionale Magistrati sopra sommariamente descritto, che esclude rigorosamente di fatto, la possibilità che un magistrato possa candidarsi con successo se non si mette d'accordo con i capi delle tre correnti dei magistrati, e per loro tramite, con i consulenti del capo del Consiglio Superiore della Magistratura (CSM), il Presidente della Repubblica, e con i politici di riferimento al Ministero della Giustizia e alla Segreteria della Presidenza del Consiglio, come avvenne due anni fa all'Hotel Champagne di Roma, nella riunione dalla quale anzichè cambiare il sistema di elezione dei membri del CSM, hanno pensato di individuare un unico capro espiatorio nell'ex presidente dell'Associazione Nazionale Magistrati, dott. Luca Palamara radiandolo dalla magistratura stessa.

Come se meccanismi di questo genere, pluridecennali, fossero ascrivibili alle responsabilità di una sola persona e non di tutti i sodali del sistema giudiziario-politico-affaristico italiano.