25. giu, 2022

108° post - "LA PRIMA SCUOLA MEDIA ITALIANA " 3° paragrafo / 2° capitolo - Dall’inizio dell'esilio inglese alla fine della Repubblica Romana (1837-1849)

Dall'almanacco dei martiri del dovere, riportiamo che, come oggi, il 25 giugno 1844 la Commissione Militare di Bologna condannò: a morte per i moti di Sovigno (BO) il facchino Giuseppe Gardenghi di 24 anni, e a 10 anni di galera Raffaele Minelli di anni 36, possidente di Venola (BO).

La prima scuola media italiana


Perso il lavoro a Le Monde, a fine mattinata Mazzini camminava da solo lungo le strade di Londra. Arrivò a Hyde Park. Poi si inoltrò per i quartieri più derelitti di Londra, gli si fece incontro un ragazzino miseramente vestito e gli chiese un penny in cattivo inglese:”Un penny, per favore, ho fame.”
Mazzini pescò nelle tasche tre penny e li porse al ragazzo e gli disse stupito:”Ma tu sei italiano!”
Il ragazzo si tolse il berretto e rinfrancato rispose:”Si signore e la ringrazio, finalmente potrò tornare dai miei padroni e non dovrò rinunciare a quel poco di pasto che è assicurato solo a chi porta loro il ricavato delle elemosine”.
Mazzini, a quel punto fortemente incuriosito insistè:”Hai parlato di padroni, ma il tuo non è un lavoro”.
Il ragazzo guardò Mazzini e poi sorridendo tristemente, ancora una volta rispose:”Un lavoro onesto, vitto abbondante, vestiti, alloggio e cure era quanto alcuni connazionali avevano promesso a mio padre, quando si sono presentati a casa nostra. I genitori mi hanno affidato a una di queste persone. Ed eccomi qua. Molti dei ragazzi si sono ammalati e alcuni sono morti per questa vita di stenti, e i nostri genitori credono che siamo qua felici.”
Mazzini, sdegnato, prese per mani il ragazzo:”Miserabili! Conducimi dai tuoi compagni.”
Mazzini e il ragazzo si incamminarono insieme nella nebbia londinese.

Qualche ora dopo, Mazzini era andato nell’Ufficio del Direttore del Pall Mall Gazette e si mise a parlare col Direttore e mentre nell’ufficio entrò un redattore, Mazzini stava dicendo:”Nel vostro civile paese, si sta attuando una tratta di bianchi, che assomiglia molto alla tratta dei neri da parte degli schiavisti. Ma ciò avviene in Europa e a farne le spese sono bambini e ragazzi del mio sventurato paese, l’Italia”.
A quelle parole il Direttore rivolto al redattore prese in carico quella grave denuncia:”Ascolti il signor Mazzini, compia un sopralluogo e cominci a scrivere; se quel che dice il signor Mazzini è vero, dobbiamo far sì che questa vergogna cessi, per il buon nome dell’Inghilterra.”

Il giorno successivo, nelle strade di Londra, gli strilloni gridavano il titolo del giornale, e annunciavano la notizia principale:”A Londra la tratta dei bianchi. Piccoli italiani sfruttati e trattati come schiavi. La denuncia del signor Mazzini. Leggete la Pall Mall Gazette.”  
In Kensington Square attorno a qualcuno che comperò la Pall Mall Gazette si formò un capannello di gente, e un uomo iniziò a leggere:”Cinque o sei italiani stabiliti in Londra si recano di tempo in tempo in Italia dove s’introducono nelle famiglie dei montanari, proponendo, a chi ha figli numerosi, di affidarne qualcuno ad essi.
 Quei giovani, giunti a Londra si trovano schiavi. Alloggiati in una stanza comune, ricevono un organino oppure uno scoiattolo o un topo bianco, e l’ordine di portare al padrone, la sera, una somma determinata.”
Attorno all’uomo che leggeva, via via i passanti si guardavano allibiti mentre il lettore continuava:”chi non raccoglie, non mangia; e i più giovani sono, per giunta, battuti. Taluno di quegli infelici, sospinto sulla strada benché consunto dal morbo e col pallore della morte sul viso fu raccolto dagli uomini della polizia e portato all’ospedale dove morì senza proferire parola.
Il Signor Mazzini raccoglie fondi per aprire una scuola per insegnare un lavoro a questi giovani.”

Dieci giorni dopo, ormai sera, nel capannone di Via Hatton Garden 5 adibito a scuola, entravano i finti sordomuti del topolino bianco e della scimmietta, i suonatori ambulanti, operai artigiani che avevano finito il lavoro.
All’interno erano accolti dal Direttore, Filippo Pistrucci e da Luigi Bucalossi, toscano, e da Celestino Vai, che parlavano tra loro. 
Quando tutti i presenti si furono seduti sui banchi, Pistrucci fece un breve discorso:”Benvenuti a tutti, io sono il direttore della scuola e mi chiamo Filippo Pistrucci, alla mia destra l’amministratore Luigi Bucalossi che sarà anche il vostro insegnante primario, vi insegnerà a leggere, scrivere e a far di conto, a sinistra il custode Celestino Vai, che vi insegnerà anche l’arte del disegnare.

Due settimane dopo l’avvio della scuola, sempre a Londra, ma nella sede dell’ambasciata del Regno di Sardegna, attorno a un tavolo, erano seduti assieme all’ambasciatore alcuni diplomatici degli altri stati italiani e alcuni preti della cappella Sarda. L’ambasciatore rivolto ai suoi interlocutori dette questa comunicazione:”Colleghi ambasciatori degli stati italiani, vi ho qui convocati assieme ai prelati della Cappella Sarda per informarvi che come qualche collega sospettava la Scuola per gli italiani, che noi stessi abbiamo contribuito a finanziare, è un covo di pericolosi sovversivi, nemici della religione e dei nostri governi. Alla Domenica Mazzini stesso è presente nella scuola e nientemeno tiene lezioni di storia, istigando in quegli spiriti semplici, l’odio per i legittimi governanti e i principi repubblicani che da tempo professa con insuccesso.I reverendi padri della Cappella sarda, penseranno a sconfessare, dal pulpito della loro chiesa, durante le sacre funzioni, l’operato di Mazzini e dei suoi complici.”

Qualche giorno dopo, all’interno della scuola Pistrucci e Vai erano intenti a leggere il giornale inglese Morning Chronicle . A commento Pistrucci rivolto a Vai gli disse:”Questi articoli che esaltano la nostra scuola e le sue benemerenze faranno piacere a Giuseppe. Oggi c’è la risposta del giornale a don Baldacconi, il predicatore della Cappella Sarda che aveva inviato una lettera per smentire che la chiesa cattolica fosse contraria all’istruzione dei giovani e degli operai italiani, tant’è vero che anche la Cappella sarda avrebbe aperto la sua scuola per i giovani italiani diseredati e per gli operai analfabeti. Il giornale ironicamente risponde che ci voleva Mazzini a convincerli a fare un’opera buona e che, sempre per merito di Mazzini, ora gli italiani hanno a Londra ben due scuole, quando, fino poco tempo fa, assente Mazzini, nessuno si preoccupava di questi diseredati.

La sera di quello stesso giorno, Mazzini era a tavola con i fratelli Ruffini e con Usiglio nel Cottage in George Street e stavano consumando insieme un misero pasto. Giovanni Ruffini gli disse:”Giuseppe, la tua iniziativa a favore dei giovani ha avuto successo. Continuano ad arrivarci finanziamenti da parte delle famiglie liberal inglesi, senza contare le sottoscrizioni di tutti quei cittadini che si recano con il loro obolo direttamente alla scuola. Si è perfino formato un comitato di patrocinatori esclusivamente inglesi che si affianca al nostro.
Ciò purtroppo non serve ad alleviare le nostre personali misere finanze, ma ora possiamo realizzare tranquillamente le nostre iniziative.”