25. lug, 2022

137° post - "DA SARA NATHAN A LUGANO" - 8° paragrafo - / 4° capitolo - Dalla seconda guerra d’Indipendenza alla morte di Mazzini/1859-1872

Dall'almanacco dei martiri del dovere, riportiamo che, come oggi, il 25 luglio 1844 nel Vallone del Rovito (Cosenza) furono fucilati Attilio ed Emilio Bandiera, Domenico Moro, Nicola Ricciotti, Anacarsi Nardi, Giovanni Venerucci, Giovanni Rocca, Francesco Berti e Domenico Lupatelli, Agli altri condannati a morte il Re commutò la pena di morte in quella dei ferri a vita.

Da Sara Nathan a Lugano

Qualche tempo dopo a Lugano, Sara Nathan in casa sua accolse l’arrivo di Carlo Cattaneo.
“Cara Sara, Ti ringrazio di avermi informato che Mazzini è tuo ospite, posso vederlo?”
“Giuseppe è di sopra, in camera. Pur essendo febbricitante, in questi giorni ha scritto in continuazione, sollecitando i comitati a raccogliere danari e volontari per riprendere Roma al Papa. E’ del tutto impegnato a ritessere le fila della cospirazione con vecchi e nuovi amici.”
Cattaneo salì le scale, accompagnato da Sara ed entrò nella camera dove Mazzini era a letto, ma seduto con i cuscini dietro la schiena. Appena rivide il vecchio amico fece per alzarsi, ma Cattaneo lo fermò con un cenno di mano, poi si chinò su di lui e lo abbracciò. I due stettero alcuni minuti così abbracciati e Mazzini pianse.
“Giuseppe, finalmente, dopo tanto tempo ci si rivede!”
Nel dire ciò, Cattaneo regalò a Mazzini uno scialle di lana a quadrettoni bianchi e neri.
“Questo scialle te lo regala mia moglie che ti saluta caramente.
Quanto tempo è passato da quando io e te si litigava tu per la Repubblica unitaria, io per quella federale. Ma entrambi siamo perdenti. La monarchia è ormai consolidata in Italia e quasi tutti i vecchi amici, fossero con me o con te, non cambia, sono ora saliti sul carro del vincitore. La loro giustificazione è che la Patria li comanda e loro ubbidiscono. In realtà la loro vita non è mai stata così comoda e onorata dai potenti. Siamo rimasti in pochi, noi repubblicani convinti!”
No Carlo - replicò Mazzini - gli operai sono con noi e i giovini, soprattutto i giovini: sconosciuti, ma pugnaci e ci seguiranno ancora…”

Due giorni dopo, una carrozza arrivò alla villa dei Nathan. Da essa scese, Jessie White, la moglie di Alberto Mario. Entrò in casa e si trovò di fronte a Mazzini. Jessie si pose istintivamente una mano sulle labbra: quasi non lo riconobbe. Il suo volto era scavato, il colorito olivastro mutato in pallore terreo e i capelli una volta folti erano radi e bianchi.
Solo il sorriso malinconico con cui accolse l’amica non era cambiato, come pure i suoi occhi neri.
“Cara Bianca, - disse Mazzini - so cosa pensi. E purtroppo non ho più la capacità di lavoro di un tempo, mi stanco presto e la mano mi trema.
Io vivo in un turbine come Paolo senza Francesca, logoro, anelante al riposo, ma ho ancora dei doveri da compiere e prima di morire vorrei vedere la Repubblica proclamata.
Ma presto dovrò tornare a Londra, per continuare la raccolta dei fondi necessari al mio intento…”