Aurelio Saffi (1819 - 1890)
Nacque a Forlì il 13 ottobre 1819. Si laureò all'università di Ferrara nel 1841. In seguito si trasferì a Roma per compiervi la pratica forense; tornato a Forlì fu eletto consigliere comunale e segretario provinciale.
Verso la metà degli anni '40 del secolo, Saffi era forte dei sui studi storici che lo avevano emancipato dall'ambiente religioso e politico nel quale era cresciuto; all'arrivo nella sua terra dei legati, monsignori Janni e Ruffini, stese una rimostranza che valse come requisitoria contro il malgoverno della Romagna. Ben presto gli entusiasmi che aveva manifestato dopo le concessioni costituzionali ad opera di Pio IX, vennero in lui diminuendo, e Saffi si accostò alla fede mazziniana, alla quale rimase fedele fino alla morte.
Nel 1848 invocò le necessità di un'assemblea costituente italiana, necessità già proclamata da Montanelli ma, prima ancora, da Mazzini. Fu eletto deputato alla Costituente per Forlì; andò a Roma. All'interno della Repubblica romana fu nominato ministro dell'Interno; in seguito acclamato triumviro con Mazzini e Armellini.
Caduta la Repubblica, l'11 luglio 1849, prese la via dell'esilio. Dopo un periodo trascorso in Liguria, riparò a Ginevra, poi a Losanna, dove visse con Mazzini, anch'egli rifugiato da Roma.
In esilio scrisse una Storia di Roma (incompiuta) e collaborò al giornale L'Italia del popolo.
Nel 1851 è costretto a lasciare la Svizzera per Londra, dove si era trasferito anche Mazzini. Partecipò ai preparativi del moto milanese del 6 febbraio 1853, che comprendeva insurrezioni in altre zone della penisola.
Fallito il moto, e condannato in contumacia a venti anni di carcere, ripara ancora in Inghilterra.
Tornerà in Italia nel 1860, raggiungendo Mazzini a Napoli.
L'anno dopo fu eletto deputato per il collegio di Acerenza; dopo i fatti di Aspromonte decise di dimettersi.
Nel suo continuo vagare per l'Europa, tornò a Londra, ma nel 1867 fu di nuovo in Italia.
Dal 1872, morto Mazzini, attese alla continuazione della pubblicazione degli scritti dello scomparso (fermi all'ottavo volume), giungendo al volume quattordicesimo. Dal 1877 aveva tenuto lezioni all'Università di Bologna.
Morì a San Varano presso Forlì il 10 aprile 1890.
Maurizio Quadrio (1800 - 1876)
Quadrio è tradizionalmente considerato un mazziniano ad oltranza, radicalmente antimonarchico.
Era nato a Chiavenna, presso Sondrio, nel 1800, da una famiglia di piccoli possidenti. All'università di Pavia ha contatti con un'associazione segreta: i Federati. Il 16 marzo 1821 Quadrio si arruola nel battaglione della Minerva, accorrendo in Piemonte dove erano scoppiati i moti liberali.
Fallite le sollevazioni, transita per Genova: è uno dei proscritti che colpirono il giovane Mazzini.
Da Genova passò alla Spagna, poi alla Francia. A piedi nudi ripara in Svizzera. L'amore per la libertà e il patriottismo ne avevano già fatto un eroe, non disposto ad essere un suddito della “felix Austria”.
Torna in Lombardia; fugge di nuovo munito di un passaporto falso. Lo ritroviamo, nel corso di una vita realmente avventurosa, in Russia, dove svolge il mestiere di precettore dei nobili.
Nel 1830 scoppia il moto polacco: Quadrio si arruola di nuovo. Attraverso varie peripezie ripara di nuovo in Russia ma nel 1834 abbandona questo Paese, transita in Svizzera e, tornato in Italia, si consegna agli austriaci.
Viene condannato a morte, ma ha la pena commutata in sei mesi di carcere (tale politica del perdono rientrava nei voleri degli austriaci).
Con l'insurrezione della Valtellina alla notizia delle Cinque Giornate, Quadrio si reca a Milano, presso il governo provvisorio che lo elegge commissario per la Valtellina.
Dopo la disastrosa conclusione dell'episodio, Quadrio ripara in Svizzera; a Lugano incontra Mazzini.
Nel gennaio del 1949 si recò in Toscana e fu nominato segretario del governo provvisorio; a Roma, fu segretario privato del triumvirato.
Dopo la caduta della Repubblica fu a Marsiglia, poi in Svizzera, infine a Londra, aiutato da Mazzini.
Dopo aver partecipato al moto livornese del giugno 1857, costretto all'esilio, tornò a Londra e da qui a Malta, in previsione di un moto rivoluzionario in Sicilia.
Fu di nuovo in Inghilterra, collaboratore del giornale "Pensiero ed Azione", di cui divenne direttore dopo che il periodico fu spostato a Genova. Ardente polemista, fu direttore del giornale "L'Unità italiana" prima a Genova, poi a Milano.
Nel 1872 si trasferì a Roma, per dirigervi "L'Emacipazione". Si spense a Roma fra il 13 e 14 febbraio 1876.
Giovanni Bovio (1837 - 1903)
Giovanni Bovio nacque a Trani, in provincia di Bari, il 6 febbraio del 1837. Il suo nome è giunto a noi come quello di un filofoso e di sistematizzatore dell'ideologia repubblicana; autodidatta, pubblica nel 1864 il Verbo Novello, un poema filosofico, scritto con intonazione enfatica.
Fra i suoi scritti, bisogna ricordare la Filosofia del diritto, il Sommario della storia del diritto in Italia, il Genio, gli Scritti filosofici e politici, la Dottrina dei partiti in Europa, i Discorsi.
Bovio fu anche deputato alla Camera: nel 1876, con il subentrare della Sinistra costituzionale alla Destra, fu eletto nel collegio di Minervino Murge. Il suo atteggiamento, diversamente da quello dei suoi compagni che condividevano l'idea repubblicana, non fu incline all'astensionismo.
Napoli fu la sua città di adozione, dove morì il 15 aprile del 1903.
Come ideologo repubblicano, Bovio ebbe il motto "definirsi o sparire": palesò insomma ai repubblicani l'esigenza urgente di un'impostazione non confusa e non settaria, di una chiara direzione che spinse poi i repubblicani a definirsi in partito di moderno tenore. Bovio stabilì per il Partito repubblicano nessi e prospettive nazionali ed europee.
Egli considera la monarchia come l'attuale realtà italiana. Ne segue che la repubblica è utopia, e Bovio si dichiara utopista. Nel suo pensiero la monarchia cadrà, proprio quando dovrà risolvere il problema della libertà. Serve comunque un lungo periodo perché la situazione monarchica si deteriori. Colma, evidentemente, di determinismo, la sua filosofia si definiva come naturalismo matematico. Differentemente dalla teoria socialista, Bovio riteneva che il nuovo Stato a venire avrebbe avuto una "forma storica", non potendo dimensionarsi unicamente sulla base di azioni economiche. Bovio introduceva dunque una concezione formale dello Stato, che si sforzò di divulgare anche presso i ceti operai.
Bovio ebbe comunque anche l'esigenza di definirsi rispetto agli anarchici. La forma repubblicana, scrisse, è a metà strada fra la monarchia e l'anarchia, vale a dire fra l'ipertrofia dello Stato e la sua totale anarchica abolizione. Non a caso, quando l'anarchico Bresci compì l'attentato contro Umberto I, il nostro filofoso invitò tutti gli anarchici a desistere dalla violenza. In sostanza, un'esagerazione utopistica tradotta in atti sanguinari (l'opera degli anarchici), avrebbe prodotto un rafforzamento reattivo dell'autorità costituita, allontanando proprio il momento dell'avvento della repubblica.
Troviamo in lui un tentativo di superare l'idealismo della metafisica idealistica e insieme con essa l'approccio empirico del positivismo. Fondamentalmente Bovio introdusse in Italia l'eco delle nuove correnti speculative nella filosofia del diritto.
Napoleone Colajanni (1847 - 1921)
Napoleone Colajanni, tra i fondatori del Pri, nasce a Castrogiovanni (oggi Enna) nel 1847.
E' attratto precocemente dall'esperienza garibaldina. A tredici anni tenta di raggiungere Garibaldi a Palermo; viene a forza ricondotto nella casa paterna. Quando Garibaldi passa nel 1862 a Castrogiovanni, si arruola nel battaglione Matteotti insieme al cugino. E' fatto prigioniero in Aspromonte.
Nel 1866 si arruola nel battaglione dei carabinieri genovesi: partecipa agli scontri di Lodrone, Condino e Bezzecca.
Nel 1867 raggiunge ancora Garibaldi.
E' arrestato a Napoli nel 1869, il 26 febbraio, per cospirazione repubblicana; resta in carcere fino al 20 novembre.
Dopo la laurea in medicina parte per l'America del Sud. Nel 1890 è eletto deputato in Parlamento; viene riconfermato in modo unanime dagli lettori di Castrogiovanni negli anni seguenti. Fra le sue numerose prese di posizione e iniziative: l'inchiesta parlamentare sull'Eritrea (1891); la denunzia degli imbrogli della Banca Romana (1892); la presentazione di un disegno di legge col quale si dà il via alla creazione dell'Ufficio del Lavoro (1901).
Colajanni fu il capo morale e politico dei Fasci dei lavoratori siciliani; nel 1894, per lo stato d'assedio in Sicilia, entrò in violenta polemica con Crispi.
Muore il 2 settembre 1921. La Voce Repubblicana, creata proprio in quell'anno, pubblica il suo necrologio il 4 settembre, descrivendo così i suoi ultimi mesi: "In questi ultimi mesi la visione politica dell'antico combattente si era smarrita dietro alcune sue particolari interpretazioni della lotta politica italiana, alla quale ormai partecipava scarsamente con qualche articolo di giornale. Ma il suo passato è di quelli che rendono il ricordo di un uomo incancellabile nella mente dei cittadini che hanno sempre urgente bisogno di rifarsi ad un esempio intemerato".
Da "1945-1975 resistenza repubblicana nel trentesimo anniversario della liberazione" a cura del centro studi storici e politici del PRI dell'Emilia e Romagna
Primo elenco dei caduti repubblicani - pubblichiamo un primo elenco inevitabilmente incompleto dei repubblicani e degli appartenenti alla democrazia repubblicana romagnola caduti nella lotta antifascista e nella guerra di liberazione 1919-1945
Alessandrini Gino impiccato a Ponte Felisio (Solarolo) il 2 - IX - 1944
Angeloni Mario caduto per la libertà della Spagna a Huesca il 28 - VIII - 1936
Arfelli Giovanni barbaramente ucciso dai fascisti a Forlì il 9 - XII - 1923
Artusi Giovanni ucciso dai fascisti a Forlimpopoli il 3 - XII - 1923
Babini Domenico caduto a Ravenna durante il conflitto con guardie regie e fascisti il 28 - VII - 1922
Baccarini Paride deceduto in seguito alle percosse subite in carcere e ai disagi della lotta partigiana a Roma il 30 - IV - 1946
Ballardini Giuseppe barbaramente ucciso dai fascisti con altri sei compagni nel "Palazzone" di Alfonsine il 23 - IV - 1944
Bellenghi Vittorio caduto in un'imboscata tesa dai tedeschi a Gamogna il 10 - VII - 1944
Bertoni Peo ucciso dai fascisti ad Alfonsine il 30 - X - 1922
Capanni Giulio deceduto in seguito a selvaggia bastonatura fascista a Forlì il 18 - XI - 1923
Caroli Giovanni impiccato a Ponte Felisio (Solarolo) il 2 - IX - 1944
Casadei Adriano impiccato a Castrocaro e poi a Forlì il 18 - VIII - 1944
Casadio Menotti fucilato con altri quattro concittadini a Russi il 5 - VII - 1944
Cenni Achille deceduto in seguito alle percosse subite dai fascisti a Faenza il 10 - XI - 1927
Dal Fiume Berto caduto il 20 - X - 1944
Errani Leonardo deceduto per lesioni craniche riportate nel corso di una feroce bastonatura ad Alfonsine il 5 - IV - 1933
Guerrini Arnaldo deceduto in seguito alle privazioni del confino e alle percosse subite nelle carceri fasciste a Ravenna il 8 - VII - 1944
Guidazzi Mario ucciso dai fascisti a Cesena il 22 - I - 1944
Jacchia Mario deceduto nei campi di sterminio nazisti nel 1944
Landi Carlo caduto nella zona di Lugo di Romagna il 26 - X - 1944
Medri Renato fucilato sotto gli occhi dei genitori a Gattolino (Cesena) il 14 - VIII - 1944
Montanari Vincenzo Caduto in Faenza il 19 - XI - 1944
Neri Bruno caduto in un'imboscata tesa dai tedeschi a Gamogna il 10 - VII - 1944
Orsini Aristide impiccato a Savarna il 26 - VIII - 1944
Orsini Luciano impiccato a Savarna il 26 - VIII - 1944
Orsini Nello impiccato a Savarna il 26 - VIII - 1944
Poggioli Fernando deceduto a Lugo di Romagna il 13 - V - 1945
Ravaioli Dino fucilato a S. Stefano di Ravenna il 7 - I - 1944
Ricci Stefano deceduto in seguito alle ferite riportate nel conflitto di Ravenna a Russi il 11 - VIII - 1922
Roncucci Carlo ucciso dai fascisti a Forlimpopoli il 3 - XII - 1923
Silvestroni Dino è ucciso a Ravenna il segretario della Federazione giovanile Repubblicana, insieme ad altri antifascisti, tra i quali cinque repubblicani, durante il conflitto con guardie regie e fascisti il 28 - VII - 1922
Spazzoli Arturo impiccato a Castrocaro e a Forlì il 18 - VIII - 1944 e il 9 - II - 1944
Spazzoli Tonino assassinato dai nazi-fascisti a Coccolia il 19 - VIII - 1944
Targhini Primo fucilato sotto gli occhi dei genitori a Gattolino (Cesena) il 14 - VIII - 1944
Tassinari Eugenio + 1944
Violani Pierino torturato e assassinato dai fascisti a Faenza il 9 - II - 1944
Volterra Francesco deceduto in un campo di sterminio nazista nel 1944
Zulambani Ettore + 1944
Dal calendario che ci proponiamo di pubblicare nel volume sulla resistenza repubblicana, stralciamo due mesi certamente incompleti, quelli di luglio e agosto, che presentano nel corso di oltre vent'anni un periodo di costante recrudescenza della violenza fascista e della spietata rappresaglia delle brigate nere e dei nazisti. Le provocazioni, le aggressioni, gli incendi, gli assassinii, le esecuzioni capitali, lasciano tra le fila repubblicane dei solchi profondi di dolore e di gloria.
LUGLIO
06 - 1923 - Sarsina, Ranchio, Pieve Rivoschio - alcuni repubblicani vengono aggrediti e bastonati dai fascisti
06 - 1923 - Forlì - i fascisti devastano e incendiano alcuni circoli repubblicani. Diversi repubblicani vengono offesi e aggrediti dai fascisti
07 - 1923 - Forlì - i repubblicani sono invitati dal federale fascista a sconfessare "La Voce Repubblicana". A questo invito i repubblicani rispondono reclamando la più ampia libertà di pensiero e di critica. Per tutta risposta i fascisti ordinano il sequestro de "La Voce Repubblicana". Intimano inoltre alla Nuova Camera del Lavoro di astenersi dalla trebbiatura
08 - 1923 - Traversara - i fascisti impongono di nuovo la chiusura della Casa Repubblicana
09 - 1923 - Forlì - i fascisti bastonano il repubblicano Marcello Fussi. Nella notte viene incendiato, sempre dai fascisti, il Circolo di Ospedaletto, si tenta di incendiare quello di Roncadello e si bruciano i mobili del Circolo Dario Papa in sobborgo Vittorio Emanuele e del Circolo di Barisano. Nelle notti precedenti erano stati bruciati anche i Circoli di via Lunga e di Poggio
10 - 1923 - Ravenna - nella notte i fascisti incendiano la casa della Società repubblicana dei Vicoli di sobborgo Saffi. Vengono incendiati i Circoli di Massa, Ducenta, Bastia e Pievequinta
10 - 1923 - Traversara - La casa repubblicana viene riaperta
12 - 1923 - Bagnacavallo - i fascisti tentano di incendiare la Casa del Popolo
13 - 1923 - Santerno - viene incendiata la Casa Repubblicana da poco restituita al partito, dopo due mesi di chiusura imposta dai fascisti.
14 - 1923 - Ravenna - i fascisti aggrediscono e bastonano alcuni repubblicani, tra i quali il volontario di guerra Remo Savoretti
15 - 1923 - Traversara - i fascisti tentano di incendiare la Casa Repubblicana
16 - 1944 - Ravenna - Il repubblicano Antonio Zotti esce dal carcere di Ferrara dopo oltre sei mesi di detenzione per attività antifascista
17 - 1923 - Forlimpopoli - vengono perquisiti i locali della Fratellanza Fratti e del Circolo giovanile Figli dell'Avvenire
21 - 1923 - Forlì - i fascisti sequestrano alla stazione ferroviaria i pacchi de "La Voce Repubblicana"
22 - 1923 - i fascisti si impossessano "armata mano" delle sedi repubblicane di Fiumana, San Lorenzo e San Martino in Strada
24 - 1923 - Forlì - i fascisti procedono ad un nuovo sequestro de "La Voce Repubblicana". Anche i pacchi degli abbonati vengono sequestrati
25 - 1943 - Forlì - il repubblicano Bruno Borghi, ripetutamente incarcerato e condannato, ritorna al confino politico durato oltre tre anni
26 - 1943 - Alfonsine - il repubblicano Andrea Minguzzi, perseguitato dai fascisti, combattente e ferito in Spagna, arrestato in Francia e consegnato alla OVRA per essere rimpatriato e condotto davanti al Tribunale speciale che lo condanna a due anni di confino nell'isola di Ponza, fa ritorno nella città natale
27 - 1943 - Alfonsine - i fascisti bruciano "La Voce Repubblicana". Neppure i pacchi degli abbonati vengono risparmiati.
29 - 1922 - Ravenna - Le Camere del Lavoro proclamano lo sciopero generale di protesta per l'eccidio del 28, provocato dai fascisti e dagli agrari
30 - 1923 - S.Bartolo - Viene incendiato il Circolo repubblicano "Italia Nuova"
31 - 1923 - Alfonsine - i fascisti bastonano a sangue i repubblicani Luigi Felletti, invalido di guerra e Pietro Tazzari, ferito di guerra
AGOSTO
1 - 1922 - Ravenna - Lo sciopero generale si estende dalla Romagna alle altre province. Dovunque avvengono conflitti gravi tra popolazione e fascisti
1 - 1923 - S.Alberto - i fascisti occupano con la violenza la Casa Repubblicana
3 - 1923 - Alfonsine - i fascisti sequestrano le copie de "La Voce Repubblicana" destinate agli abbonati. Continuano le violenze contro esponenti repubblicani. Vengono sottratte con la forza le bandiere della Sezione.
5 - 1923 - S. Martino in Strada - i fascisti cinicamente consacrano con una festa di ballo il Circolo repubblicano, già occupato con la violenza, a sede del fascio locale
8 - 1923 - Forlì - Continuano le aggressioni fasciste contro i repubblicani
8 - 1923 - Bologna - l'avv. Mario Bergamo subisce per opera dei fascisti una nuova aggressione
9 - 1923 - Forlì - il prefetto requisisce i locali della Fratellanza repubblicana Fratti e li assegna ai sindacati fascisti come loro sede
13 - 1923 - Molinella - il fascio locale diffida, insieme all'avv. Zanardi per "La Giustizia" e il sig. Montanari per "L'Avanti", l'avv. Mario Bergamo, presunto corrispondente de "La Voce Repubblicana", ad occuparsi di quanto succede a Molinella
14 - 1923 - Cervia - i fascisti aggrediscono l'ex direttore della "Riscossa" di Treviso, Antonio Bandini Buti
15 - 1941 - Cervia - Convegno clandestino di repubblicani e socialisti romagnoli per la costituzione dell'Unione Lavoratori Italiani (ULI). Presente, tra gli altri, Arnaldo Guerrini
17 - 1923 - Alfonsine - i fascisti bastonano selvaggiamente i repubblicani Leonardo Errani e Francesco Biffi. L'Errani, che aveva riportato la frattura del cranio, morirà alcuni anni dopo per lesioni interne
18 - 1944 - Cornio di Modigliana - Cattura da parte delle forze nazi-fasciste dei capi della Banda Corbari e loro impiccagione a Castrocaro e a Forlì. Sono Silvio Corbari, Adriano Casadei, Arturo Spazzoli e Iris Versari
20 - 1922 - Forlì - ha luogo un Convegno Nazionale Repubblicano che conferma le direttive intransigenti di fronte al fascismo, votate al Congresso di Trieste
23 - 1923 - Ducenta e Massa - alcuni repubblicani sono minacciati e bastonati perchè non facevano acquisti presso gli esercenti fascisti
26 - 1923 - Punta Marina - viene bastonato, in odio alla sua fede politica, il repubblicano Francesco Savini, valoroso ex combattente.
29 - 1923 - Cervia - Continuano nel Cervese le violenze fasciste contro i repubblicani.
I REPUBBLICANI DI SANTARCANGELO DI ROMAGNA CHE RICOSTITUISCONO PER PRIMI IN ITALIA UNA SEZIONE DEL PRI, LA "LUDOVICO MARINI" GIA' DAL PERIODO 1943-44 IN CLANDESTINITA'
Primo Bellettini, comandante partigiano
Giuseppina Mulazzani Bellettini, casalinga
Natale Bellettini, industria armentizia (S. Ermete)
Secondo Bellettini, industria armentizia (S.Ermete)
Valentino Bellettini, industria armentizia (S.Ermete)
Libero Elvezio Franceschini, insegnante elementare
Giuseppe Marconi, insegnante elementare
Guglielmo Pantanelli, perito agrario
Giovanni (Nino) Dell'Omo, commerciante (Rimini)
Nando Molari, impiegato di banca
Primo Giacomini, impiegato di banca
Dino Moroni, impiegato di banca
Giovanni Semprini, impiegato azienda commerciale
Francesco Paesini, impiegato ragioneria comunale
Renato Nicoletti, impiegato ragioneria comunale
Francesco Corsini, coltivatore diretto (S. Vito)
Giuseppe (Pino) Casadei, barbiere a Rimini nel Borgo Mazzini
Silvio Carachini, professore, direttore scuole avviamento commerciale
Achille Paesini, sarto
Giuseppe Ranieri, commerciante, partigiano
Dante Ranieri, diplomato ist, industriale, partigiano
Otello Monti, diplomato ist, industriale, partigiano
Riccardo Paglierani, diplomato ist, industriale, partigiano
Carlo Giovetti, geometra
Nando Paglierani, artigiano
Fulvio Gobbi, impiegato distribuzione corrispondenza
Remo Tacconi, tipografo
Enzo Tacconi, tipografo
Giuliano Sancisi, rappresentante
Carlo Carlini, meccanico
Claudio Macrelli, commerciante
Alfonso Bellettini, coltivatore diretto (Camerano)
Orazio D'Orazi, possidente (S.Ermete)
Agostino Zaghini, coltivatore diretto (Spadarolo)
Bruno Degli Innocenti, elettricista
Finisce qui lo stralcio degli elenchi che abbiamo rinvenuto nel fascicolo del centro studi donatoci da Giancarlo Parma
A completamento di quanto sopra, seguono notizie sulla trafila di salvamento dell'on. Cino Macrelli ad opera dei repubblicani riminesi, desunte dagli scritti e dai racconti di Giancarlo Parma, di sua sorella, anch'ella repubblicana, Anna Maria Lidia Parma vedova Starnini e della presidente onoraria della nostra sezione PRI "Sant'Andrea - Borgo Mazzini Rimini" nonchè Sindachessa dello stesso Borgo dal 2007 per sempre, Isotta Frisoni vedova Antili:
1939 - Rimini - il repubblicano Bruno Faini viene condannato al confino in un paese del Meridione d'Italia per aver urlato al caffè Commercio "la Petacci è una puttana". Caduto il regime, entrato a far parte del CLN locale, diverrà assessore nella prima giunta comunale del dopoguerra.
1944 - Croce di MonteColombo (Rimini) - Durante l'occupazione nazista Cino Macrelli, futuro padre costituente e repubblicano di Cesena passa la linea gotica protetto e accompagnato dai repubblicani della provincia di Rimini, posti sulla stessa, che se lo scambiano in segreto in una trafila di salvamento, rischiando, se scoperti, la propria vita e quella dei propri familiari. Il repubblicano Fortunato Parma detto Renato, già segretario politico della Federazione Giovanile Repubblicana fino al 1925, lo nasconderà per una notte in una botte proprio sotto gli occhi dei tedeschi, che presso la chiesa in cui era sfollato con la sua famigia, avevano eretto il comando della Linea Gotica.
1944 - San Clemente (Rimini) - Durante l'occupazione nazista Cino Macrelli, futuro padre costituente e repubblicano di Cesena passa la linea gotica protetto e accompagnato dai repubblicani della provincia di Rimini, posti sulla stessa, che se lo scambiano in segreto in una trafila di salvamento, rischiando, se scoperti, la propria vita e quella dei propri familiari. A San Clemente a prendersi cura di lui il repubblicano Pini o Carlini (?)
1944 - Covignano di Rimini - Durante l'occupazione nazista Cino Macrelli, futuro padre costituente e repubblicano di Cesena passa la linea gotica protetto e accompagnato dai repubblicani della provincia di Rimini, posti sulla stessa, che se lo scambiano in segreto in una trafila di salvamento, rischiando, se scoperti, la propria vita e quella dei propri familiari. Nella sua stazione di cambio dei cavalli, il repubblicano ......... Pecci detto Boccastorta, si prende cura di lui.