Parte prima della relazione del segretario politico della sezione PRI "Sant'Andrea-Borgo Mazzini Rimini del 05/12/2021 al B&B “Casa Mancini” di via Agostino Di Duccio n. 10
Cari amici, della nostra sezione PRI “Sant’Andrea - Borgo Mazzini Rimini” siamo rimasti in cinque, ed io tra voi, il più giovane per anzianità di tessera. Ci differenziamo da molte altre sezioni italiane e dall’unica riminese poiché tutti noi cinque siamo ancora qui e non altrove, perché vediamo il PRI, ne come un gruppo di amici, ne come un ascensore sociale, ne come cartello elettorale per la conquista di un diritto di tribuna nelle istituzioni per qualche solone, ma come il luogo per un affetto intimo e universale ad una storia, ad una tradizione e ad un pensiero, quello di Mazzini e dei tanti suoi degni seguaci nel PRI, che incontrandoci e ancora tesserandoci ci fanno sentire vivo il loro agire e la loro lotta di speranza per l’avvenire dell’Italia e degli italiani.
Questa nostra sezione, nata nel 2012, per un’intuizione e un conseguente impegno di mio zio, Giancarlo Parma, ha cercato di assecondare quell’intuizione, non solo per dare un riferimento all’elettorato del Comune di Rimini dove è nata, ma anche, via via, per aiutare gli amici repubblicani degli altri Comuni della provincia, a non disperdersi in mancanza di un riferimento nazionale e talvolta anche regionale troppo spesso assenti dal campo politico e quando presenti, troppo spesso in modo inadeguato. E così, allo spegnersi delle sezioni della ValConca e della ValMarecchia, abbiamo qui tra noi, gli amici “pluridecorati” di impegno e fede repubblicana, Saccani da San Leo e Cipriani da Montefiore Conca.
Cari amici, come diceva Ugo La Malfa, “si può essere pochi perché si è un residuo del passato, o si può essere in pochi perché si guarda avanti, lontano, nell’avvenire”. Ecco, io credo ancora che noi poche persone di fede e tradizione mazziniana e quindi repubblicana, siamo pochi perchè guardiamo avanti, lontano, nell’avvenire per un mondo migliore governato da chi esprima la migliore politica tra i popoli e per i popoli.
Se queste parole di saluto le avessi rivolte fuori di qui, chi le avesse mai ascoltate, avrebbe pensato se fossi scemo e se non vedessi lucciole per lanterne. E infatti quando ho provato con tutta calma a parlare con questi argomenti a casa mia, mia moglie e i miei figli mi hanno detto non che ero scemo, ma cieco e sordo, e me lo hanno detto perchè loro, a parte me, non hanno mai visto o sentito i repubblicani del PRI, del nostro glorioso e ancora importante partito, ma vedono e sentono sempre e solo altri esponenti di tutti i partiti, tranne il nostro. Al più, vedono o sentono persone isolate che non si ritrovano in accordo quasi mai o per nulla nell’attuale offerta dei partiti del sistema bipopulista italiano e che ogni tanto emergono nello scenario mediatico locale o nazionale, con qualche buona presa di posizione, o analisi su questioni talvolta nazionali, talaltra mondiali o anche locali. Il limite però di tutti costoro, a detta sempre dei miei famigliari, è che anche con le migliori questioni, non riescono a farle realizzare ne tantomeno a realizzarle da soli, al più, dicono, fanno una testimonianza che viene sistematicamente inghiottita dal vuoto creato da un sistema informativo troppo carico. Ecco, quindi, che essere qui con voi, che avete visto, che avete sentito il PRI quando, degno della sua tradizione e del suo programma, si è fatto sentire e vedere a tutti i livelli, mondiali, nazionali o locali, ecco essere qui con voi, mi fa credere che al netto dei tanti gravi errori commessi a tutti i livelli dai nostri dirigenti di partito, se siamo ancora qui è perchè solo da qui possiamo concretamente sperare di guardare avanti, lontano, nell’avvenire. E che non importi se siamo solo in cinque per farci sentire, non c’è bisogno che ve lo racconti io, ultimo tra noi per numero di tessere, ma è il ricordo della nostra stessa storia, come quando nel 1831 a 26 anni, Mazzini con pochi repubblicani di fede in una soffitta in esilio a Marsiglia, dette vita all’attività di propaganda della Giovine Italia. Erano tre capi del movimento francese e sette con lui italiani. Val la pena di citarli per rinverdire tra noi il loro ricordo e in noi il nostro impegno: Armond Carrel, Godefroy Covoignac, Garnie Pages, Carlo Bianco, Gustavo Modena, Luigi Amedeo Melegari, Angelo Usilio, Giuseppe Lamberti, Giuseppe La Cecilia e ovviamente Giuseppe Mazzini. Ecco, quindi cari amici, che oggi ci siamo radunati per fare il punto di quanto avvenuto e quanto potrà accadere.
Per quanto ci riguarda ci sono vicende mondiali, nazionali e locali che sono accadute recentemente, che meritano di essere brevemente richiamate. Su una o più di una di queste avrei piacere che vi esprimeste per sapere in merito la vostra opinione.
Riguardo ai livelli mondiali, europei e nazionale, sono tre le vicende accadute:
il 10 novembre u.s. nella sala dei gruppi parlamentari della Camera, il nostro Giorgio La Malfa in qualità di presidente della fondazione dedicata ad Ugo La Malfa, ha presentato il nuovo portale online con la digitazione di tutti gli scritti, i discorsi, gli interventi e i filmati riguardanti Ugo La Malfa. La presentazione per pochi invitati, vedeva presenti tra gli altri, i presidenti delle due Camere, il presidente della repubblica e il presidente del consiglio. Quest’ultimo intervenendo ha richiamato la vita, l’opera e l’attualità del messaggio ugolamalfiano, in particolare riferimento alla necessità attuale inderogabile per l’Italia di ora come di allora, di una seria e rigorosa programmazione economica legata ad una più equa e comprensibile politica dei redditi. In internet si può trovare l’intervento vibrante di stima di Draghi ed anche quelli molto belli della nipote, Claudia La Malfa e di Giorgio La Malfa. Il richiamo alla politica di Ugo fatto da Draghi è stato riportato sia dal tg1 che dal tg2;
venerdì 19 novembre a Forlì, la Voce repubblicana ha svolto un convegno intitolato “Verso la terza forza con Renew Europe - Liberali Democratici Repubblicani uniti per un’agenda politica riformatrice euro-atlantica.” Il convegno è stato gestito dalla segreteria nazionale del PRI, che ha fatto ruotare intorno all’analisi politica del vicesegretario Widmer Valbonesi gli interventi dei seguenti invitati:
Alberto Belli Paci (figlio di Liliana Segre) - x Ass.ne Mille;
Edoardo Croci - I Liberali;
Alessandro De Nicola (nipote dell’ex presidente della repubblica) - ALI Fermare il declino;
Oscar Giannino - ALI Fermare il declino;
Sandro Gozi - europarlamentare di Renew Europe;
Bepi Pezzuli - La Voce Repubblicana;
Sergio Vento - già ambasciatore di Italia e ONU del PRI
e poi il saluto del segretario nazionale Corrado De Rinaldis Saponaro.
Infine, lunedì 22 novembre, il PRI di Ravenna unitamente alla Fondazione Museo del Risorgimento di Ravenna, alla Casa Matha ravennate con il patrocinio del proprio Comune, ha ospitato un’iniziativa di alta politica intitolata attraverso la presentazione del libro: “Introduzione alla filosofia di Hegel. Il pensiero che infiammò anche Mazzini” con l’introduzione di Fulvia Missiroli la relazione di Mauro Cascio del PRI.
Le tre iniziative sono purtroppo state slegate nella strategia politica da perseguire. Quella su La Malfa, a mio avviso non ignorabile e non ignorata neanche dai media nazionali, che ha favorito la visualizzazione del campo politico a cui si riferisce Draghi per il governo del Paese, dell’Unione Europea e per i rapporti con i tre grandi competitor USA, Russia e Cina. Quella di Forlì del Pri nazionale e della Voce Repubblicana concentrata a far coagulare sia in Italia che in Europa nel gruppo del liberal democratici una terza forza rispetto ai partiti italiani dell’attuale cdx e csx. E infine quella del PRI di Ravenna, che ugolamalfianamente, intende il PRI quale coscienza critica della sinistra, anche quando la sinistra sbaglia e che prendendo spunto dalla filosofia hegeliana che infiammò Mazzini, richiama la differenza di campo della politica italiana da quella europea dove lo stesso Ugo La Malfa e tutti i repubblicani da allora ad oggi hanno inteso la partecipazione, vale a dire nella famiglia europea liberaldemocratica.
Poi sul livello locale abbiamo avuto in questi ultimi anni l’affermazione del figlio di Piero Saccani a San Leo eletto in Consiglio Comunale e designato assessore in giunta. Lui, non è nel partito, ma ha avuto il sostegno dei repubblicani e della gente che Piero ha saputo continuare a seguire.
A Santagata Feltria, l’amico tesserato del PRI, Franco Vicini, da vicesindaco di una civica di csx, sta svolgendo da questa estate il ruolo di sindaco poichè il titolare è deceduto.
A Santarcangelo il nostro ex iscritto di Roncofreddo, Danilo Nicolini, già assessore del PRI a Gambettola alla fine degli anni ‘90, è subentrato in Consiglio Comunale ad un consigliere dimissionario della Lega e io lo sto assistendo nelle delibere e nelle proposte, considerato che è in rotta con tutti, lega compresa.
Alle elezioni del Comune di Rimini di due mesi fa, il nostro partito non è riuscito minimamente a dare un visibile contributo di voti all’amica Paola Antili che pur non iscritta al pri, è entrata in lista con Rimini Futura con Jamil - Azione come unica rappresentante repubblicana, e da sola con il solo aiuto dei suoi parenti e amici, tra cui tre della nostra sezione, ha voluto con la sua candidatura onorare e rendere viva la presenza mazziniana di sua madre, la nostra cara presidente onoraria, Isotta Frisoni in Antili sindaco per sempre del Borgo Mazzini dal 2007.
In conclusione, da qualunque parte noi o i nostri amici citati siamo, in questo momento, anche con i migliori argomenti programmatici o rivendicativi, siamo in seria difficoltà a comparire e a essere fatti comparire nel dibattito pubblico. E parte significativa di questo mutismo politico la dobbiamo addebitare principalmente ai nostri repubblicani riminesi, che eletto il corianese Aldo Sampaolo nei ruoli di segretario provinciale, di consigliere nazionale e di membro della direzione nazionale, gli hanno sostanzialmente firmato una delega in bianco per ruoli politici in cui a più riprese ha dimostrato tutta la sua inadeguatezza. E così anche all’interno del nostro stesso partito, ci troviamo esclusi da ogni possibile partecipazione alle scelte, perchè indesiderati, o addirittura, ormai non più neanche da considerarci repubblicani militanti, come è stato affermato alla riunione della sezione Mazzini del PRI di Rimini, secondo quanto mi riferisce Paola, abbia detto di noi Stefano Barbiani. Emblematico, al di la del caso Rimini, dove siamo stati costretti ad erigerci in sezione autonoma se volevamo vivere politicamente, è il caso dell’amico Pietro Cipriani a Montefiore, dove lui da decenni è sempre stato esposto in nome e per conto del Pri. Anche lui è stato sistematicamente ignorato dai dirigenti provinciali riminesi, nonostante sia quello che in tutta la provincia ha sempre raccolto più firme di ogni altro per la presentazione del pri sia alle ultime elezioni europee, sia alle ultime nazionali e regionali. E sono così mortiferi, che non gli basta neanche che Pietro abbia presieduto l’ultima assemblea pubblica promossa dal PRI nella nostra provincia, ormai del 2014, dove i repubblicani hanno fatto piena la sala con la partecipazione di tutti i sindaci della ValConca e Giorgio La Malfa, l’unico repubblicano italiano che riesca ancora oggi a essere invitato sui media per le sue idee repubblicane. Analogamente, anche il nostro Piero Saccani, da una vita iscritto e militante del PRI, che ancora qualche anno fa, quando faceva parte della direzione regionale, non veniva mai invitato dai nostri dirigenti riminesi, e nonostante l’invito fatto ai nostri dirigenti per mio tramite per celebrare in Valmarecchia gli 80 anni di Giorgio La Malfa, ha trovato come risposta solo un assordante silenzio in un clima di inattività.
Cosa fare, quindi, considerato il quadro di desolante disarmo del nostro partito, che per mezzo dei suoi dirigenti arriva ad obliare anche Giorgio La Malfa? Voi a breve direte la vostra al riguardo di questa domanda. Io concludo questa introduzione anticipando la mia. Penso, che non dobbiamo più aspettare che ci sia qualche movimento nei quadri dirigenti che possa favorire la possibilità di riessere presenti nel dibattito pubblico. Penso altresì, che gli argomenti che peggio vengono gestiti da tutti i partiti, hanno trovato solo nel PRI il riferimento per indicare la strada da percorrere per affrontarli adeguatamente. In tal senso, penso alle poche e chiare leggi di legislatori repubblicani sul buon uso del territorio come Galasso e Bucalossi. O alle figure pioneristiche della tutela del patrimonio artistico, archeologico e paesaggistico della nazione prevista dal principio fondamentale della Costituzione numero 9, primo fra tutti il padre costituente repubblicano eletto più volte in Romagna, Michele Cifarelli, cofondatore di Italia Nostra e motore pulsante dell’istituzione di parchi archeologici nella sua Puglia e in altre zone dell’ex Magna Grecia. Penso al primo italiano che si spese per il rispetto delle donne, Giuseppe Mazzini, in questi tempi tragici per almeno la metà del genere umano che vive tra noi, in balia dello sbrocco maschilista violento e troppo spesso assassino, rispetto al quale altro non si trova che far indossare braccialetti elettronici solo quando i violenti si sono già manifestati tali.
Penso, insomma, che se vorremo avere ancora una voce che dica la verità agli italiani e che ancora susciti una speranza che altrove non è neanche immaginata, come sempre abbiamo fatto da 180 anni, dobbiamo impegnarci a crescere di numero. Come recitava infatti il motto della Società di mutuo soccorso tra la marineria riminese: “Nell’unione la forza, nella forza il diritto”.
Continua
Seconda parte della relazione del segretario politico della sezione PRI "Sant'Andrea - Borgo Mazzini Rimini" del 05/12/2021
In questo scenario, la nostra antica lotta, ancora tanto necessaria all’Italia, all’Europa e quindi al genere umano nel mondo, si inserisce l’imminente secondo summit mondiale sulla democrazia del nove e dieci dicembre indetto da Biden per sfidare in ogni settore i potentati mondiali autarchici e tirannici con l’unica arma a loro letale: la democrazia appunto. E paradossalmente, oggi che anche il papa giunge a proclamare quali obiettivi universali i nostri obiettivi di sempre, vale a dire gli obiettivi posti da Mazzini nel 1834 a Berna con la Giovine Europa, decantando, il papa, il metodo democratico quale metodo privilegiato per l’ottenimento del bene comune dell’umanità, ecco che a questo summit (il secondo, storicamente, al primo indetto da Churchill nel 1941) per l’Italia e probabilmente per l’Unione Europea, a rappresentarci ci saranno anzichè dei repubblicani del PRI, unici da sempre su queste posizioni, dei “cardinali democratici” quali Sassoli o Gentiloni, che di democratico insieme ai propri sodali di partito hanno dimostrato di avere molto poco, se di tutto l’insegnamento ultra secolare del mazzinianesimo e del PRI sono soltanto “cardinali PD” di quel PD sempre più autoritario dove controlla i territori.
Quindi, dobbiamo assumerci il compito di crescere di numero senza i mezzucci e le schifezze dei metodi di propaganda di tutti i partiti italiani di oggi. Per crescere di numero, ritengo che dobbiamo puntare su un tema sentito dalla popolazione. Io ho in mente la violenza di genere, su cui, a differenza di qualunque altro partito o associazione, dobbiamo fare emergere soluzioni reali che ci rendano interlocutori unici di almeno metà della popolazione, per farci sostenere, non con una firma, ma con una tessera al PRI, per dare ancora voce a chi voce non può avere in questa società. Penso ad una campagna con manifesti, volantini e articoli di giornale da noi promossa con la chiara evidenza della foglia d’edera e dell’invito a stare uniti e unite dietro ad essa fino a quando le nostre proposte non saranno realizzate. Su questo percorso potremmo avere a sostegno gli amici della Mazziniana di San Marino per rendere la proposta internazionale e mostrare i nostri più autentici riferimenti politici e culturali, che non albergano in nessun altro partito. Cosa ne pensate? Io vorrei che ci provassimo a far continuare a vivere degnamente questa nostra voce che viene da lontano e che penso abbiamo il dovere di rilanciare nel futuro.
La proposta di ordine del giorno del 17 agosto 2021 del consigliere repubblicano Danilo Nicolini bocciata da tutto il Consiglio Comunale di Santarcangelo
Consiglio Comunale di Santarcangelo di Romagna
Proposta di Ordine del giorno
I sottoscritti consiglieri comunali approvano, sottoscrivono e chiedono alla Presidenza del nostro Consiglio, di far giungere la volontà espressa nel presente ordine del giorno agli organi esecutivi e legislativi di livello regionale, nazionale ed europeo.
Considerato
l’articolo 9 della Costituzione Italiana, in particolare riferimento al principio fondamentale, secondo il quale “la Repubblica … tutela il paesaggio … della Nazione”;
l’articolo 52 della Costituzione Italiana secondo il quale “la difesa della Patria è sacro dovere del cittadino”;
l’articolo 114 della Costituzione Italiana, in particolare riferimento al dettato, secondo il quale “La Repubblica è costituita dai Comuni …”;
lo straordinario scempio ambientale e paesaggistico avvenuto nell’ultima stagione estiva in larghe parti del territorio della Repubblica Italiana, scempio che in misura minore, ma significativa, ha colpito anche le vallate del Marecchia e dell’Uso nei territori a noi limitrofi, quale minaccia e monito concreto anche per il territorio santarcangiolese;
che dai rapporti dei Vigili del Fuoco e del Ministero degli Interni trasmessi dalle maggiori emittenti del servizio d’informazione pubblico della Repubblica Italiana, emerge che la stragrande maggioranza degli inneschi sono di origine dolosa;
che la diffusa cattiva pratica di origine dolosa, nel suo effetto complessivo prodotto, costituisce vero e proprio attacco alla Repubblica e che fino ad oggi il governo della stessa Repubblica ha affrontato tali fenomeni con gli strumenti della protezione civile da cause naturali
Tutto ciò considerato, il Consiglio Comunale di Santarcangelo di Romagna
reputa di urgenza non rinviabile la riorganizzazione totale della difesa del paesaggio della Repubblica secondo i seguenti impegni da assumere e da far assumere ai livelli esecutivi e legislativi sovraordinati regionali, nazionali ed europei:
dichiarare lo stato di guerra per la difesa della Patria rispetto agli attacchi sistematici lanciati col fuoco nella stagione secca, e conseguentemente, qualora individuati i responsabili, togliergli la cittadinanza ed espropriarli di ogni bene, come già si fa con i soggetti mafiosi;
trasferire totalmente alle nostre Forze Armate, di cielo, di terra e di mare, il compito di monitorare costantemente durante la stagione secca tutto il territorio nazionale con droni e centrali operative diffuse per il rilevamento dei dati, e, alla prima avvisaglia di fumarola far intervenire subito i mezzi militari per lo spegnimento. A tal fine, è necessario, come già si fa in altre Nazioni, usare l’elisoccorso e l’aereosoccorso per l’estinzione con acqua degli incendi anche di notte. E’ infatti caratteristica prevalente dei nemici della Patria, attizzare più focolai nelle stesse zone a breve distanza di tempo l’uno dall’altro e rigorosamente prima dell’imbrunire. Fino ad oggi questa pratica criminale ha trovato risposta con i getti per lo spegnimento solo a partire dal mattino seguente, con evidenti allargamenti incontrollati delle zone incendiate;
ampliare la flotta dei mezzi aerei per lo spegnimento, come si deve convenire per un’efficace guerra contro l’orrore. Oggi, l’Italia ha la più ampia flotta di canadair (diciannove di cui usabili solo quindici) in Europa, purtroppo risibile rispetto all’impiego necessario, e, come si è sopra rilevato, usata fino ad oggi solo di giorno. In Lombardia si arriva al paradosso di noleggiare il servizio di elisoccorso svizzero per gli interventi notturni, elisoccorso svizzero dotato di mezzi di fabbricazione italiana con impianto di illuminazione per i voli notturni! E non li prendono gratis, tutt’altro!
Infine a riorganizzare efficacemente il sistema venatorio in ogni parte del Paese, al fine di ripristinare le postazioni fisse dei veri guardiani e manutentori gratuiti del nostro BelPaese, vale a dire i cacciatori, che dove hanno in assegnazione una zona per il proprio capanno, l’hanno sempre tenuta pulita e monitorata, contrariamente alla vulgata divenuta ormai prassi prevalente, secondo la quale andrebbero sistematicamente ostacolati con ogni mezzo per “tutelare l’ambiente” … e lasciar bruciare gli animali!
Santarcangelo di Romagna, 17 agosto 2021 I Consiglieri Comunali: Primo firmatario e proponente, Danilo Nicolini