1936 : Per gli Stati Uniti d'Europa liberi e democratici: "Oggi in Spagna, domani in Italia"
Dei tre partiti antifascisti che conservarono la propria struttura durante tutto il ventennio fascista, il PRI fu l'unico a non poter contare su appoggi di natura internazionale.
Ma proprio questo permise ai repubblicani di superare la crisi esplosa negli "anni del consenso". Fu grazie a una completa indipendenza da ogni condizionamento di carattere internazionale, che gli esuli repubblicani poterono essere i primi a raccogliere l'appello lanciato da Carlo Rosselli nell'estate del 1936: "Oggi in Ispagna, domani in Italia!".
Accorrendo in difesa della libertà della Spagna i militanti repubblicani rinnovarono un'antica tradizione garibaldina e resero onore al monito pronunciato da Eugenio Chiesa in punto di morte:"Soprattutto pensate all'azione".
Ma la loro partenza non avveniva solamente all'insegna di romantici impulsi emotivi. I repubblicani non accorrevano in Spagna alla ricerca di "una bella morte". Aveva infatti questa spontanea, non sollecitata risposta all'appello di Carlo Rosselli (con il quale, pure, essi avevano avuto polemiche assai dure), un profondo significato politico, giacchè si accompagnava ad un ben più cauto atteggiamento dei partiti di massa, che solo dopo la morte del leader del PRI Mario Angeloni si sarebbero decisi all'intervento.
E proprio nel momento in cui con la travolgente avanzata nazista più oscuro si faceva l'orizzonte politico dell'Europa, si ricostituiva una solidarietà di forze democratiche che non a caso vedeva in prima fila i repubblicani e gli uomini di Giustizia e Libertà, un movimento che si richiamava, al pari del PRI, ai principi della democrazia risorgimentale. Del resto una significativa conferma della centralità del PRI nella lotta contro il fascismo verrà proprio dai partiti di massa che vorranno al comando del battaglione Garibaldi il repubblicano Pacciardi.