2. apr, 2022
25° post - L'importanza dell'Educazione nazionale
Oggi, l’insegnamento morale è anarchia. E' Lasciato esclusivamente ai genitori, è nullo dove la miseria e la necessità d’un lavoro materiale quasi continuo tolgono ad essi tempo per educare e mezzi per sostituire educatori a sè stessi: è triste, se l’egoismo e la corruzione ai vizi hanno pervertita e contaminata la famiglia.
I fanciulli sono lasciati a tendenze superstiziose o materialiste, di libertà o di rassegnazione codarda, di superiorità nazionale o religiosa o di reazione contr’essa, a seconda dell’istitutore prete o laico, che le tendenze paterne scelgono dove esistono mezzi.
Come possono, cresciuti immersi nella tv spazzatura e nei social, affratellarsi in concordia di opere e rappresentare in sè l’unità del Paese?
La società li chiama a promuovere lo sviluppo di una idea comune alla quale non sono mai stati iniziati. La società li punisce per violazioni di leggi a loro ignote, e delle quali lo spirito e lo scopo non sono insegnati mai dalla società al cittadino.
La società desidera da essi cooperazione e sacrificio per un fine che nessuna scuola spiega ad essi sull’aprirsi della loro vita civile.
Strano a dirsi: gli uomini della dottrina, alla quale abbiamo accennato nel nostro 20° post, riconoscono in ciascun individuo il dritto d’ammaestrare i giovani: non lo riconoscono nell’associazione di tutti, nella Nazione.
Il loro grido, libertà d’insegnamento disereda la Patria di ogni direzione morale.
Dichiarano importantissima l’unità del sistema monetario e dei pesi; invece l’unità dei principii sui quali la vita nazionale deve avere fondazione e sviluppo, è nulla per essi.
Noi non dobbiamo lasciarci adescare da quel grido che quasi tutti i politici ed economisti ripetono l’uno dopo l’altro.
Senza Educazione nazionale non esiste moralmente Nazione.
La coscienza nazionale non può uscir che dall'Educazione Nazionale, come hanno sempre sostenuto Mazzini e i suoi seguaci vecchi e nuovi.