24. apr, 2022
47° post - Le vie dell'inferno sono lastricate di buone intenzioni, e così anche la via Marecchiese sempre più via dei dannati.
Riceviamo e volentieri pubblichiamo:
Come Associazione“Terre dei Malatesta e dei Montefeltro“ abbiamo deciso di affiancare l’impegno del comitato ”Valmarecchia Futura“ e lo abbiamo fatto quando abbiamo capito che era ispirato a valori comuni, ad un sano realismo e ad un profondo legame con il nostro territorio.
Avremmo voluto evitare di intervenire nel dibattito sulla SS. 258 Marecchiese, ma gli ultimi proclami dell’Associazione “La Gioconda“ e a seguire le esternazioni del Presidente della Provincia di Rimini hanno evidenziato l’intento, per nulla nascosto, di influenzare il lavoro del tecnico incaricato dalla Provincia e dai Comuni della Valmarecchia, con il consenso di ANAS, di impostare un'idea di progetto possibile.
Il ritornello è il solito con il richiamo al pericolo del cemento e dell’asfalto per contrapporre la mobilità buona alla viabilità cattiva. Riconoscenti all’Associazione per la ricerca dell’artistico e del bello, ma se una valle perde la sua gente c’è solo un futuro di degrado.
Consapevoli che un Presidente può indicare delle linee ma magnificando la ricerca dei servizi non può dimenticare che la “viabilità” è un servizio essenziale.E in questo caso– dopo aver faticato non poco per arrivare all’accordo tra i Sindaci, la Provincia, la Regione e ANAS – il Presidente deve esserlo per tutti e di tutti.
Ci possiamo misurare su un diritto se chi comanda ha come riferimento l’insegnante o il dipendente pubblico che al pomeriggio deve decidere se andare a piedi, in bicicletta o in monopattino da piazza Malatesta al Porto a fare l’aperitivo e che mette piede sulla SS.258 Marecchiese solo la domenica mattina per fare la gita fuori porta, esente da traffico pesante, da orari e impegni? E di cosa stiamo parlando quando discutiamo di ambiente, di verde e di salute?
Prima della Legge 117 del 2009 che ha portato alla provincia di Rimini l’apporto del territorio dell’Alta Valle del Marecchia (Comuni di Casteldelci, Maiolo, Novafeltria, Pennabilli,San Leo, Sant’Agata Feltria e Talamello) e della recente Legge 84 del 2021 che ha portato in Romagna i Comuni di Montecopiolo e Sassofeltrio, la nostra provincia era la più piccola e quella con la densità di popolazione più alta nella Regione Emilia –Romagna. Un agglomerato urbano sicuramente dominato da cemento e asfalto che nessuna abilità artistica o volontà politica possono rendere ricco di verde, di aria sana e di acqua pulita. Vale ricordare alcuni semplici dati: della attuale superficie di 865 chilometri quadrati, ben 365 sono arrivati dai due referendum; la densità di popolazione attuale della Provincia di Rimini ha una media di 390,49 di abitanti per kmq (prima dei referendum era quasi il doppio) con punte a Cattolica 2.699,Riccione 1.994, Rimini 1.106 mentre a Novafeltria è di 169 per kmq, a San Leo 54, a Montecopiolo 30 e a Casteldelci 7,57. Ma a Casteldelci ci sono almeno 10.000 grandi alberi per ogni abitante!
Il Presidente della Provincia (così come quello della Regione e i Rappresentanti del popolo che siedono in Parlamento) ci devono delle risposte concrete, corrette e adeguate per consentire alla nostra gente di vivere e lavorare, continuando ad abitare nelle località dove sono nati e che amiamo. Abbiamo consegnato a Rimini un territorio con inestimabili e unici centri di storia e di cultura, le Terre dei Malatesta da Verucchio (o Pennabilli se preferite) e dei Montefeltro da San Leo (o Montecopiolo se volete); abbiamo unificato il percorso del fiume Marecchia prima diviso tra due Regioni; collegato la montagna al mare con i mille metri di Montecopiolo (40 km tra mare e sciovia) ; regalato alla Provincia di Rimini la maggior parte del Parco del Sasso Simone e Simoncello.
La politica deve alla Valmarecchia tre cose fondamentali: un portale turistico dedicato alla promozione nel mondo del turismo dell’entroterra fatto di storia, cultura e ambiente;il governo del fiume Marecchia con i giusti interventi per regimentare le acque, raccogliere un bene comune e proteggere e salvaguardare le sue sponde ei suoi ponti ; una viabilità possibile, che consenta a tutti di continuare ad abitare i centri anche più distanti e lontani.
Non piacerà a tutti l’idea che l’agricoltore che pulisce i fossi,toglie le sterpaglie, cura le piante e governa i pascoli; quello che resta a presidiare e abitare il territorio, sia il nostro ambientalista preferito, seppure con i calli alle mani. Dobbiamo consentire ai suoi figli di continuare a risiedere nel borgo dove sono nati pur lavorando a Rimini o a San Marino; ai suoi nipoti di andare a scuola dove vogliono e meritano; ai suoi genitori anziani di curarsi dove è meglio per loro.
Per il futuro della Valle serve una viabilità che dimezzi i tempi di percorrenza e aumenti la sicurezza: come farlo lasciamolo decidere ai tecnici senza vincoli e condizionamenti.