8. mag, 2022
61° post - Ristoratori, bagnini e albergatori, padroncini o soci cooperatori?
Recentemente, in un ristorante della zona nord di Rimini, una bella comitiva di turisti a fine pranzo ha segnalato al titolare che pagavano il conto a malincuore, poiché le ricette del nuovo chef della cucina non erano state per niente gradite, anzi!
Il ristoratore, successivamente si è rivolto al nuovo cuoco segnalandogli che era necessario un "colpo d'ala" in cucina e sicuramente una modifica radicale del menù offerto ai clienti.
Per tutta risposta, il giovane cuoco indispettito si è licenziato manifestando il suo genio incompreso!
Scene di questo genere o addirittura lavoranti di ristoranti, alberghi e stabilimenti balneari sempre meno attenti alle esigenze dell'azienda per cui vanno ad operare sono ormai cronaca quotidiana, fin dal reclutamento sempre più oggetto di corteggiamento da parte dei titolari disperati delle attività.
Che questa vicenda sia nota a tutto il mondo delle istituzioni e del lavoro è poco, ma è sicuro.
Quello che non si capisce, è perché i titolari di queste attività sempre meno uguali a quelle ereditate accoglienti e familiari dai vecchi romagnoli, non iniziano a pensare di investire in modo strutturale sui propri dipendenti, diminuendo all'inizio il proprio reddito annuale, ma fidelizzando in società i lavoratori che potrebbero scegliere non più come precari demotivati (e sempre in competizione col reddito di cittadinanza alternativo a quel tipo di lavoro), ma come soci consapevoli e motivati a far maggiori utili all'azienda stessa.
Nel post precedente e in quelli dal n° 34 al n° 40 abbiamo dato il miglior consiglio che potevamo dare in relazione alla realtà dei fatti e non alle chiacchiere.
Confidiamo che sempre più si considerino gli insegnamenti economici mazziniani, tantopiù nelle piccole imprese.
Anche per queste situazioni, come per quelle più generali descritte nel post precedente, l'unica alternativa finanziaria e non economica, è che i proprietari dei muri delle attività o i titolari delle concessioni pensino di continuare come sono andati avanti fino adesso, pensando, a mali estremi di capitalizzare finanziariamente l'immobile, con buona pace dell'impresa quale ossatura primaria della repubblica democratica fondata sul lavoro.
Dall'almanacco dei martiri del dovere, riportiamo che, come oggi, l'08 maggio 1849 sono stati uccisi a Bologna, a seguito del cannoneggiamento austriaco di Porta Galliera, il patriota lombardo Marco Aurelio Marlani, musicista, il colonnello dei carabinieri Cesare Boldrini e il maresciallo Pavoni.