27. mag, 2022
79° post/Reminder 12: Intervento del presidente del Comitato nazionale "Sì per la libertà, sì per la giustizia" sui referendum di domenica 12 giugno 2022
Dall'almanacco dei martiri del dovere, riportiamo che, come oggi, il 27 maggio 1848, morì don Marco Fortini di Fratta Polesine, accusato di Carboneria, condannato a morte il 22 dicembre 1821 (dopo essere stato spretato dal vescovo di Venezia) con pena commutata in quindici anni di carcere duro allo Spielberg. Si fece sei anni di stenti, dopo tre anni di carcere e poi fu graziato dall'imperatore.
Intervista di Angela Stella sul quotidiano "Il Riformista" al presidente del Comitato nazionale "Sì per la libertà, sì per la giustizia", il magistrato Carlo Nordio.
Stella: Manca meno di un mese alla data di voto del referendum. Qual è il messaggio che occorre trasmettere a favore del sì?
Nordio: È un messaggio essenzialmente strategico. Indipendentemente dai singoli quesiti, che comunque andranno spiegati ai cittadini per la difficoltà tecnica della loro interpretazione, conta proprio il messaggio che può derivare da una vittoria referendaria: la volontà di un cambiamento radicale del nostro sistema penale, contrassegnato dalla lentezza dei processi, dall’abuso della custodia cautelare, dal protagonismo di alcuni magistrati, dalla baratteria di cariche correntizie del CSM emersa dallo scandalo Palamara, dall’estromissione di politici e amministratori per via giudiziaria, e potremmo continuare. All’opposto, se la maggioranza dei cittadini non andasse a votare, significherebbe che le cose stanno bene così.
Stella: La magistratura pensa che con i referendum si tenti di trasformare il pronunciamento dei cittadini in un pro o contro di essa, in un momento di sua debolezza. Come replica?
Nordio: Che è esattamente il contrario. Il referendum mira a valorizzare proprio quella magistratura estranea al gioco delle correnti, che ha subìto un immeritato discredito in seguito agli scandali emersi dalla vicenda di Palamara. Sulla quale peraltro il Csm ha cercato di stendere un velo pietoso radiando l’ex capo del sindacato come se fosse l’unico responsabile di un sistema consolidatosi in anni, o decenni, di cui tutti erano consapevoli.
Stella: Un quesito, quello sui Consigli giudiziari, si intreccia anche con la riforma Cartabia. La magistratura non vuole aprire agli avvocati nel momento delle valutazioni professionali, perché temono conflitti di interesse. Che ne pensa?
Nordio: Che i vertici del sindacato della magistratura non vogliono che il loro potere venga diluito. In realtà gli avvocati devono avere pari dignità anche nei consigli giudiziari, perché partecipano della giurisdizione esattamente come i pubblici ministeri. Aggiungo che se può sembrare singolare che un domani un avvocato dia il voto a un giudice che gli ha dato ragione, è altrettanto singolare che questo lo faccia un pubblico ministero, al quale il giudice ha dato torto, come tuttavia avviene ora.
Stella: Che bilancio fa delle riforme di mediazione Cartabia?
Nordio: Qualcosa di buono c’è, e comunque era il minimo sindacale per ottenere gli aiuti europei. Credo che Cartabia avrebbe preferito soluzioni più garantiste, ma le riforme le fa il Parlamento, e questo non ha né il tempo né la volontà politica per farlo. Speriamo nel prossimo.