28. giu, 2022
111° post - "'IL PARTITO MODERATO" 6° paragrafo/2° capitolo - Dall’inizio dell'esilio inglese alla fine della Repubblica Romana (1837-1849)
Dall'almanacco dei martiri del dovere, riportiamo che, come oggi, il 28 giugno 1808 nasceva a Milano Cristina Trivulzio di Belgioioso. La vasta cultura di Cristina spaziava dalla filosofia alla storia, dall'algebra alle lingue e letterature straniere, sapeva dipingere grazie all'insegnamento della mazziniana Ernesta Bisi che l'aveva anche iniziata alle idee del liberalismo sociale. Per dieci anni, fino al 1840, nel suo salotto a Parigi si avvicendarono Bellini, Rossini, Gioberti, De Balzac, Dumas, Hugo, De Musset, Chopin, Liszt, Delacroix, Gèrard, Hayez. Dallo storico Mignet ebbe una figlia alla quale, per non creare scandali e assicurarle un futuro, riuscì a garantire la paternità del marito Emilio di Belgioioso. Finanziò alcune spedizioni patriottiche e nel 1840 rientò a Locate nelle sue proprietà. Qui fece costruire abitazioni per i contadini e gli artigiani e istituì asili e scuole per i loro figli, maschi e femmine, laboratori artigianali e uno scaldatoio. Assicurò a tutti l'assistenza sanitaria e la distribuzione gratuita delle medicine. Invitò i proprietari terrieri dei dintorni a fare altrettanto. Ritornata a Parigi, fondò il giornale "La Gazzetta italiana" che poi cambiò nome in "L'Ausonio", diventando la prima donna proprietaria e direttrice di un giornale. A Napoli, fu informata che Milano era insorta. Raccolse fondi anche con l'aiuto di patriote napoletane, e si imbarcò con 200 volontari per portare aiuto ai milanesi. Nel 1849 Mazzini la chiamò per riorganizzare gli ospedali romani che versavano in condizioni disumane. In pochissimo tempo selezionò 300 donne tra borghesi, aristocratiche e popolane e istituì una scuola per dare loro una formazione infermieristica di base. Requisì immobili e attrezzò gli ospedali nel rispetto di norme igieniche all'avanguardia e organizzò le ambulanze, cioè gli ospedali da campo. Cristina, che per breve tempo fu mazziniana, delusa dopo la sconfitta della Repubblica Romana, viaggiò molto, abbandonando la politica attiva. Scrisse il saggio "Della presente condizione delle donne e del loro avvenire", unica firma femminile sul n. 1 della prestigiosa rivista "Nuova Antologia".
Il partito moderato
Intanto a Londra, in un salone, Mazzini presiedeva un'assemblea di repubblicani, iscritti alla Giovine Italia, alcuni dei quali erano venuti appositamente dalla Francia. Rivolto all’assemblea disse:”Vi ho convocato per parlare del Partito moderato che sta prendendo piede in Italia. Moderati si dicevano gli uomini che nel 1814 avevano in Lombardia applaudito al ritorno degli eserciti Austriaci; e quelli che avevano, nel 1821, legato i destini dell’insurrezione piemontese a un principe disertore; e ancora quelli che avevano nel 1831 tradito il moto degli Stati romani prima con la teorica anti-nazionale del non intervento poi con la codarda capitolazione di Ancona.
Ma questi erano singoli individui, non partito costituito, ordinato.
La parte moderata ha pensato a costituirsi davvero e a sostituire alla nostra la propria influenza, solo poco dopo la sventurata impresa dei fratelli Bandiera. La loro prima uscita fu nel 1845 a Rimini.
E quasi a dichiarare l’assoluta assenza di idee politiche, innalzarono subito bandiera bianca. Diffusero un manifesto, redatto da Farini, dove si sostituivano ancora una volta al moto nazionale i moti locali; alle grandi vitali questioni dell’indipendenza, dell’unità, della libertà i miglioramenti amministrativi economici.
Io temo che la conseguenza più grave della supremazia che sta prendendo il partito moderato, sarà purtroppo uno strato di nuova immoralità, sovrapposto ai molti che la tirannide e la paura, il gesuitismo e il materialismo congiunti hanno steso intorno al cuore d’Italia.”
I presenti si alzarono in piedi e applaudirono fragorosamente gridando:”Viva Mazzini, Viva l’Italia unita”.