5. lug, 2022
118° post - "IL COMITATO NAZIONALE ITALIANO" - 12° paragrafo / 2° capitolo - Dall’inizio dell'esilio inglese alla fine della Repubblica Romana (1837 - 1849)
Dall'almanacco dei martiri del dovere, riportiamo che, come oggi, il 5 luglio 1827 Pasquale Santi di Cesena, pescivendolo, fu condannato a 10 anni di galera per aver ferito mortalmente Mariano Pierini, esploratore della polizia pontificia.
Il Comitato Nazionale Italiano
Qualche ora dopo nella stanza di Modena, lo stesso Modena, il Marchese Ossani e Mazzini stavano parlando. “Giuseppe, - disse Modena - approfittiamo della confusione che regna in città, con i soldati francesi che schiamazzano e importunano le belle romane e lasciamo la città”.
Mazzini guardò i presenti e rispose:”Io sono pronto”.
Uscirono, salirono su una carrozza d’ambulanza e si allontanarono indisturbati. Mazzini si rivolse a Modena:”Ho preso con me il documento che hanno firmato una sessantina di membri dell’ Assemblea Costituente, tutti repubblicani convinti.
Te lo leggo, perché in virtù di questo documento, che promana dai rappresentanti del Popolo di Roma, riprenderemo la lotta, or ora appena interrotta, per la libertà e l’ indipendenza dell’ Italia:
Noi rappresentanti del Popolo, Membri dell’ Assemblea Costituente Romana, costituiamo, provvisoriamente, un Comitato nazionale Italiano, composto dei cittadini Giuseppe Mazzini, Aurelio Saffi, Mattia Montecchi, conferendo ad essi mandato e poteri per contrarre un prestito in nome del Popolo Romano e a beneficio della causa nazionale, abilitandoli ad aggiungersi, altri cittadini italiani e chiamando tutti i buoni d’Italia a giovargli con tutti i mezzi nell’opera loro.”
Mazzini, Modena e Ossani scesero al porto di Civitavecchia. Un veliero Corso stava per salpare. Mazzini e i due amici si baciarono e abbracciarono. Poi Mazzini si avvicinò a un marinaio che stava vicino ad un veliero Corso e gli chiese:”Vorrei parlare col comandante di questa nave” . Il marinaio lo guardò e rispose:”Mi segua, la conduco dal Capitano De Cristofori”.
Appena Mazzini si trovò sul veliero di fronte al capitano, con fierezza parlò:”Capitano, sono Giuseppe Mazzini, non ho passaporto né danaro e devo lasciare l’Italia. Vuole, a suo rischio e pericolo, accogliermi a bordo?”
De Cristoforis gli tese la mano e senza pensarci sopra gli disse:”Presto, vada sotto coperta che la nave sta per levare l’ancora per Marsiglia. Sono onorato di averla a bordo: ma per la sua sicurezza, non si esponga”.
Al porto di Livorno, gli austriaci salirono sul veliero per l’ispezione. Mazzini, in coperta, li intravide per caso. Con calma, quindi, scese in cambusa e si calò sugli occhi un cappello da cuoco. I gendarmi austriaci passarono e non fecero caso all'improvvisato lavapiatti che stava risciacquando dei bicchieri.