27. lug, 2022
139° post - "CREDENTE NELL'ETERNITA'' " - 10° paragrafo - / 4° capitolo - Dalla seconda guerra d’Indipendenza alla morte di Mazzini/1859-1872
Dall'almanacco dei martiri del dovere, riportiamo che, come oggi, il 27 luglio 1809 furono fucilati a Verona Giovan Battista Andreoli di 28 anni, Pietro Marzocco veneziano di 28 anni e Giovan Battista Longhi di Dangronetto di anni 53, insorti contro i francesi per la Repubblica di Venezia.
Credente nell’eternità
Qualche giorno dopo all’Hotel Schwert di Zurigo dove Mazzini, lasciata Villa Tanzina e Sara Nathan a Lugano si era trasferito, nella grande sala da pranzo, seduto a un tavolo con l’immancabile sigaro tra le labbra scrisse una lettera:”All’amico Aurelio Saffi, Forlì
Zurigo, 5 giugno 1869.
Caro Aurelio,
non irritarti. Tu non hai l’intuizione della situazione della Monarchia e dell’Italia, non hai tendenza iniziatrice. In te il Pensiero predomina. E, pur differente in tutto da lui, andresti, per tendenza contemplatrice, dove va Alberto Mario: aspettare cioè che la Monarchia proclami la Repubblica.
Oggi i tempi sono maturi e mi rodo in non udire uomini come te spingere all’azione e far vergogna ai nostri dell’aspettare. Abbiamo il malcontento universale delle classi agricole e abbiamo tutto il basso dell’esercito organizzato a smembrarsi. Che cosa diavolo volete per movere? Il Re?
La povera Giulia Modena, Carlo Cattaneo, Grilenzoni. Muoiono tutti prima di vedere redenta dalla vergogna l’Italia. Dobbiamo morir tutti così?”
Alla fine di giugno del 1869, Mazzini tornò a Londra, passando per Ostenda. Giunto a casa, mentre stava sdraiato sconsolatamente in poltrona pensava tra sè:”All’età di 64 anni, mi sento già vecchio e stanco. Non so se riuscirò a sopportare ancora questa vita che fa viaggiare da un capo all’altro dell’Europa.
Il primo semestre dell’anno se ne è andato e dovrò affrontare una estate che si preannuncia calda e afosa.”
Mentre era preso dalle sue meditazioni, sentì suonare alla porta e con fatica si alzò per andare ad aprire:”Lady Harriet, che gradita sorpresa!”
La nobildonna, che Mazzini fece accomodare al tavolo, poi seguì Mazzini in cucina dove prese la teiera ancora calda e ritornato versò il the in due tazze.
Mentre i due si scambiavano qualche affettuosità all’interno della saletta arredata con i mobili di Mazzini e con libri sparsi sul divano e i giornali abbandonati un po' ovunque, dopo aver bevuto il proprio the, lady Harriet si rivolse improvvisamente a Mazzini:”Giuseppe, credete voi nell’eternità?”
Mazzini, non mostrò sorpresa per la domanda e rispose subito:”Io credo - avete potuto dubitarlo per un istante? - nella vita eterna. Questa fede è proprio l’anima di tutte le mie idee politiche, sociali e religiose. La serietà colla quale ho cercato di guardare alla fase terrena dell’esistenza, e il sentimento del dovere che mi ha accompagnato in questo cammino, hanno radice in quella fede. E’ soltanto realizzando o cercando di realizzare una parte della legge e del regno di Dio quaggiù, che noi possiamo sperare di fare un altro passo avanti verso il tutto. Senza quella fede, da tempo avrei disperato e mi sarei rifugiato nel suicidio.”
Harriet fu commossa dalle parole di Mazzini e gli rivolse un’altra domanda:”Quali nuove dall’ Italia?”
“Ormai è tutto pronto per la riscossa nazionale. L’iniziativa, ancora una volta, partirà dalla Sicilia.
I miei amici chiedono la mia presenza nell’isola onde evitare, con la mia presenza in mezzo a loro, che le future iniziative insurrezionali che stanno preparando vengano bollate come iniziative separatiste o clericali o borboniche.”
Harriet ebbe un movimento di apprensione, prese la mano di Mazzini e gli disse:”Non potete esporvi in questo modo, la vostra malferma salute poi non vi consentirebbe di essere molto d’aiuto in eventuali moti. Fra i tanti che sono vostri in Italia, possibile che nessuno possa adempiere con onore a questo compito?”
“No - replicò Mazzini - non sarà mai che, trattandosi di iniziare un moto repubblicano per andare a Roma, non sia io agli avamposti primo al pericolo colla bandiera in mano.”