3. ago, 2022
145° post - "IL PATTO DI FRATELLANZA E L'INTERNAZIONALE" - 16° paragrafo / 4° capitolo - Dalla seconda guerra d’Indipendenza alla morte di Mazzini/1859-1872
Dall'almanacco dei martiri del dovere, riportiamo che, come oggi, il 3 agosto 1848 ci fu il seguente proclama minaccioso del maresciallo austriaco Welden da Bondeno (Ferrara):"Per la seconda volta passo il Po colle mie truppe a disperdere le bande che non cessano di turbare la pace e l'ordine pubblico. Il Santo Padre vostro Signore più volte protestò di non volere la guerra. Cionondimeno le truppe pontificie e gli svizzeri da lui assoldati pugnarono contro l'Austria a Treviso ed a Vicenza, e vinti capitolarono obbligandosi per tre mesi a non riprendere le armi contro l'Impero. Guai a loro se violassero i patti: tengo registrati i loro nomi e lo sleale che cadesse nelle mie mani non avrebbe da attendere che il meritato supplizio. Le mie mosse sono rivolte contro le bande che si chiamano crociati, contro i faziosi, che in onta al proprio Governo si affaticano ad ingannare il buon popolo con menzogne e sofismi ed infondergli un odio ingiusto ed essendo contro una potenza sempre stata amica ... Guai a coloro che si mostrassero sordi alla mia voce od osassero far resistenza. Volgete lo sguardo sugli avanzi fumanti di Sermide. Il paese restò distrutto perchè gli abitanti fecero fuoco sui miei soldati."
Il Patto di Fratellanza e l’Internazionale
Tornato a Pisa, Mazzini preparò il Congresso delle Società Operaie.
Cercò di avere la maggioranza in quel Congresso per far prevalere le sue idee politiche e sociali, in contrapposizione ai socialisti, elencate nei principi che più volte aveva sviluppato:
“Il concetto dell'Internazionale guida inevitabilmente all'anarchia e all'impotenza. L'abolizione della proprietà individuale e la sua sostituzione con la proprietà collettiva sopprimerebbero ogni sprone al lavoro - sopprimerebbero ogni stimolo a dare il più alto valore possibile di produzione alla proprietà... e attribuendo all'autorità di pochi rappresentanti lo Stato o il Comune, accessibili all'egoismo, alla seduzione, l'amministrazione di ogni proprietà, ricondurrebbe sott'altro nome tutti i cittadini al sistema del salario al quale invece noi vorremmo che a poco a poco sottentrasse l'associazione, e riaprirebbe le vie a tutti i mali che oggi provocano le vostre lagnanze contro i pochi detentori di capitale.”
Ormai Mazzini non aveva più solo nemici tra i monarchici e i reazionari, ma anche alla sinistra. Insulti e ingiurie di apostata, reazionario, prete gli vennero anche da giornali del suo partito. Carlo Marx lo derise, Bakunin stampò opuscoli contro di lui scrivendo: "Con le sue scomuniche contro l'Internazionale dei lavoratori, Mazzini ha definitivamente disertato dal campo della rivoluzione e s'é schierato nelle file della reazione internazionale”.