Rimini 1831 why?

Prefazione

Uno scritto di Giuseppe Mazzini che ricorda la battaglia che si svolse a Rimini il 26 marzo 1831 tra l'esercito austriaco comandato dal principe Giovanni di Liechtenstein ed i patrioti che formavano l'esercito del Governo delle Province Unite (Bologna, Ferrara, Ravenna, Forlì, Perugia , Ancona e Pesaro). Province che forniranno migliaia di giovani alle lotte per l'indipendenza e per l'unità dell'Italia di cui Mazzini fu l'infaticabile propugnatore.

Uno scritto importante, quello mazziniano, in quanto, fin d'allora sostiene la necessità che gli italiani per liberarsi dal giogo austriaco e da quello dei tiranni locali, devono contare solo su se stessi e non aspettarsi l'aiuto di altre nazioni, anche se considerate amiche.

Importante inoltre perchè segna il passaggio dell'azione rivoluzionaria fino allora svolta dalla Carboneria a quella Mazziniana della Giovine Italia, che nasce proprio in quel periodo. La Carboneria, Mazzini ormai ne è convinto, si è invecchiata negli uomini e nelle idee. E' tempo che l'azione passi nelle mani dei giovani: nella sua Associazione erano ammessi infatti, per statuto, solo giovani al di sotto dei 30 anni, essendo consentite solo rare e motivate eccezioni, per superare il limite d'età.

L' Associazione inoltre doveva essere segreta solo per quel che riguardava l'identità degli aderenti, ma non per i programmi e per il fine che si proponeva: indipendenza, libertà, unità dell'Italia, repubblica. Il suo programma democratico-repubblicano è infatti reso pubblico attraverso la propria stampa, che viene distribuita in ogni parte d'Italia, attraverso la quale prepara tutti i moti indipendentisti italiani (tentativi insurrezionali in Lombardia e nel Piemonte del 1833, spedizione della Savoia del 1834, spedizione dei fratelli Bandiera del 1844, insurrezione di Milano del 1848, di Val d'Intevi e Chiavenna del 1848, di Brescia 1849).

Il testo integrale dello scritto di Mazzini, nell'edizione originale in francese, fu stampato per la prima volta a Bastia, in Corsica nel 1831, dove Mazzini aveva radunato diversi volontari, tutti esuli italiani, per accompagnarli in armi alla difesa del Governo delle Province Unite, quando fu raggiunto dalla notizia che era già stato ripristinato il potere del Pontefice per opera dell'intervento austriaco. Il testo italiano qui riproposto, è tratto dal volume "Della vita di Giuseppe Mazzini" di Jessie White Mario (Milano, Sorzogno, 1886) che comprendeva una premessa scritta dallo stesso Mazzini

 

Premessa di Giuseppe Mazzini

Non ad altro scopo io rammento le scene di Rimini che a mostrare agli Italiani, come una nazione, che vuol esser libera, non in altri debba confidare che in se stessa. 

Rimini è una pagina della nostra istoria scritta col sangue di pochi prodi, i quali impazienti di giogo straniero; desiderosi di redimere la loro patria, si spinsero in campo e vi affrontarono il nemico anche conoscendosi pochi per così porgere un'occasione, che la Francia chiedeva si facesse emergere, onde soccorrerli, ed attuare, com'essa diceva la protezione che ai Popoli aveva promessa.

Il segnale della battaglia rimbombò nei campi di battaglia della Romagna, i prodi si slanciarono alla lotta, e la Francia mancò!

Così essi, che generosamente avevano fatto offerta delle vite loro al bene della nazione, caddero tutti non lasciando alla posterità che una vergogna di più a ricordare, fra le tante che degradano l'umana specie, e la fanno disperata di vedere trionfante il più santo dei diritti, l'Indipendenza.

Ed ora l'Italia commossa tutta dall'entusiasmo di libertà, guarda all'alpe, che la separa dalla Francia, nella speranza di scorgervi l'avanguardo di quelle schiere, che giurarono difendere le nazionalità conculcate; e, vergine questa Italia, della politica di raggiro e d'interesse, che regna tuttora e dovunque, spera in suo cuore di essere da quel popolo assistita.

Può l'Italia crederlo?  - Ve lo dicano le relazioni che dalla Francia ci pervengono quotidiane; ve lo dica la sua indifferenza, ve lo dica la mediazione, e ve lo confermerà la narrazione che qui appresso vi porgo.