30. apr, 2022

53° post - Dialogo sui Doveri 2 - dell'attualità della proposta di Mazzini e del PRI: l'intervista impossibile del prof. Sauro Mattarelli a Giuseppe Mazzini

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Mattarelli : Non mi dirai che è dipeso dalle rivendicazioni dei diritti... Mazzini: Guarda, gli esseri umani sono creature educabili e operano in base all'educazione che ricevono. Nel passato tutte le rivoluzioni sono state basate sui "diritti" che appartengono all'individuo. Le rivoluzioni hanno consentito la conquista della libertà individuale, d'insegnamento, di culto, di commercio, e così via. Ma che cosa importano i diritti riconosciuti ha chi non ha né il tempo, né i mezzi per profittarne? Che senso ha la libertà d'insegnamento se non ci sono i requisiti per esercitarla? Che importa la libertà di commercio a chi non ha nulla da mettere in commercio, né capitali, né crediti? Che cos'è per tutti costoro la libertà, se non un'amara ironia?

Mattarelli: Sarebbe stato necessario che le zone ricche e le classi agiate avessero reso possibile l'accesso ai mezzi di produzione, garantito retribuzioni eque e la ridistribuzione della ricchezza. Anche solo assicurare gratuitamente l'istruzione di base a tutti avrebbe creato condizioni per uno sviluppo diverso. Mazzini: Ma perchè si sarebbe dovuto? Non era il benessere lo scopo supremo della vita? Il messaggio è stato "si aiuti chi può". La società assicuri l'esercizio dei "diritti di natura"; se poi, per fatalità, per condizione sociale, molti non possono esercitarli, ci si rassegni e non si incolpi alcuno. Questo è stato il pensiero dominante nei ceti privilegiati, che è poi diventato, rapidamente, il pensiero di ogni individuo.

Mattarelli: E così ognuno ha curato i propri diritti, la propria condizione, senza preoccuparsi del contesto e quando gli interessi particolari entravano in conflitto con altri interessi particolari è stata guerra: combattuta con gli eserciti, ma anche per mezzo di non meno violenti scontri economici, per non parlare degli innumerevoli espedienti con cui i detentori del potere schiacciano inesorabilmente i deboli e gli inesperti. Mazzini: Esattamente. In questa guerra quotidiana le persone vengono educate fin dall'infanzia all'egoismo e all'avidità. Ogni comunione di fede è impossibile. La "libera educazione" degenera in anarchia morale perché gli esseri umani, senza una forma "unitaria" di credenza religiosa, senza uno scopo, perdono ogni vincolo comune nella vana ricerca di un piacere a cui mirano individualmente, non curandosi se, per conseguirlo, si calpesta il prossimo. Il fratello, di fatto, diventa un nemico. Come vedi i "diritti" continuano a esistere in questi contesti, ma quando i diritti di una persona contrastano con i diritti di un'altra come possiamo sperare di conciliarli senza ricorrere a qualcosa di superiore ai diritti? Se un diritto individuale entra in conflitto col diritto di un Paese ci sarà mai un tribunale in grado di dirimere la questione? Se il benessere spetta nella massima misura a tutti, chi scioglierà il conflitto tra l'operaio e il datore di lavoro? E ancora: in un simile scenario, credi che ci sarà qualcuno disposto ad affrontare un qualsiasi sacrificio per il miglioramento del prossimo? Per il bene comune? Con queste premesse come faremo a chiedere impegni in nome della collettività, della Società, della Patria, se il concetto di patria, secondo questa opinione, è ridotto al luogo in cui i nostri particolari diritti sono al sicuro?

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