27. giu, 2022

110° post - "'SCANDALO IN EUROPA!" 5° paragrafo/2° capitolo - Dall’inizio dell'esilio inglese alla fine della Repubblica Romana (1837-1849)

Dall'almanacco dei martiri del dovere, riportiamo che, come oggi, il 27 giugno 1829 furono fucilati sotto il telegrafo di Palinuro che l'anno prima avevano incendiato Pasquale Rossi, Domenico Capozzoli di anni 28, Fabrizio Capozzoli di anni 30, Donato Capozzoli di anni 40. Le loro teste furono poi mandate nei villaggi vicini ad ammonimento.

Scandalo in Europa!

Qualche tempo dopo Maria Drago Mazzini e suo marito Giacomo erano in salotto nella loro casa a Genova, quando arrivò un amico che consegnò alla madre una lettera di Giuseppe con queste parole:”Per le solite vie traverse è giunta poco fa un’altra lettera di Giuseppe da Londra e mi sono affrettato a portarla”
La madre di Mazzini ringraziò e si avvicinò al marito con la busta, la aprì e iniziò a leggere:”Benedetto figliolo senti cosa scrive:“Cara madre, avevo promesso al padre e a me stesso, ammaestrato dall’esperienza Svizzera di non intervenire nelle cose interne del Paese che mi ospitava. Ma non ho potuto tacere di una ingiustizia che mi offendeva e con me tutti i cittadini del Regno Unito. Di un fatto personale ho fatto nascere un affare di Stato e ho fatto barcollare il governo di quel potente ministro inglese che è sir Robert Peel.
Da più mesi sospettavo che le mie lettere fossero aperte.
Esaminando accuratamente i timbri trovai che nelle mie lettere erano doppi, accuratamente sovrapposti, ma non tali da impedire la lettura di quello che stava sotto. Raccolte queste ed altre prove le ho affidate a un deputato amico, Thomas Ducombe, il quale fece sua la mia causa e scatenò la battaglia in parlamento.
Il baronetto sir James Graham, ministro dell’interno, ammise e difese l’opera della censura, che veniva esercitata anche sui membri del Parlamento.
Fu battaglia grossa perché i deputati miei amici, accertarono che il governo non solo aveva aperto le lettere a me indirizzate, ma ne aveva rivelato il contenuto all’Austria, che così poté programmare assieme a Ferdinando di Napoli l’eccidio dei fratelli Bandiera, propalando a Corfù voci di false insurrezioni in Calabria.”
Giacomo Mazzini, pallido, si asciugò la fronte e interruppe la moglie:”No! No! figliolo. Schierarsi così pubblicamente contro il governo che ti ospita !”
La madre di Mazzini riprese a leggere:”L’opinione pubblica è tutta con me e con me cresce l’idea nazionale italiana nella mente degli Inglesi.
Ora tutta l’Europa sa che non fui io a mandare a morire i fratelli Bandiera per i miei fini politici come l’Austria e il Piemonte hanno insinuato sui giornali prezzolati, ma che gli stessi agirono contro il mio consiglio e che se furono catturati e uccisi lo devono non alla mia infamia o alla loro giovanile intemperanza ma al tradimento di un governo che credevamo amico dell’Italia che vuol rinascere.”