28. lug, 2022

140° post - "L'INSURREZIONE NAZIONALE REPUBBLICANA" - 11° paragrafo - / 4° capitolo - Dalla seconda guerra d’Indipendenza alla morte di Mazzini/1859-1872

Dall'almanacco dei martiri del dovere, riportiamo che, come oggi, il 28 luglio 1828 per Regio decreto venne soppresso il Comune di Bosco (Salerno) per aver parteggiato per i rivoltosi Capizzoli e compagni del Cilento. Il territorio fi Bosco fu unito al Comune di San Giovanni a Piro; gli abitanti di Bosco furono condannati a non potere andare mai più a ricostruire le proprie abitazioni demolite dall'esercito borbonico.

L’insurrezione nazionale repubblicana

Mazzini partì e arrivò senza problemi a Napoli dove sia il Questore, sia il Prefetto, avvertiti del suo arrivo, avevano l'ordine di arrestarlo. Il Questore di Napoli avvertì quello di Palermo e il prefetto che Mazzini era diretto in Sicilia. Il prefetto di Palermo, generale Medici, insistette affinché Mazzini fosse arrestato a Napoli, ma il Questore rispose che Mazzini non gli aveva dato alcun fastidio e quindi non aveva motivo di arrestarlo.

Mazzini si avviò, quindi all'imbarco. Giunto al porto lo attendeva l’esercito. Un ufficiale gli si avvicinò, gli chiese il passaporto e Mazzini ne presentò uno col nome di John Braun, inglese. Ma l'ufficiale tirò fuori una sua fotografia e gli disse: "Lei é il signor Giuseppe Mazzini ed io ho l'ordine di arrestarla".
Mazzini fu condotto sul vapore Ettore Fieramosca alla prigione nella fortezza di Gaeta.

Nella poderosa fortezza di Gaeta dov’era rinchiuso Mazzini, il carceriere gli dimostrava ogni riguardo, come per esempio, quando cercava di non fare rumore se girava la chiave nella serratura della cella.
Mazzini con il capitano Giacinto Fassio del carcere si intratteneva a colloquio per ore intere.
All’esterno della fortezza, alcuni popolani con i bambini salirono a vedere la prigione dov’era rinchiuso Mazzini e additavano una finestra ai bimbi.
Una volta capitò anche un pescatore che portò un cesto di pesce nella guardiola precisando:”è per il signor Mazzini!”
La cella di Mazzini aveva i balconi sul mare e gli era permesso di suonare la chitarra e di tenere un gatto che dormiva sul suo giaciglio. Mazzini passava ore intere a guardare di giorno il mare e la sera le stelle.

Una sera, con le stelle già ben lucenti in cielo, si intrattenne in conversazione con il capitano Fassio, e gli confidò:”Le amo come sorelle; le collego in qualche modo all’avvenire”
Dopo alcuni istanti di silenzio, il capitano gli chiese:”Come si comporterebbe, se un giorno diventasse Presidente della Repubblica Italiana ?!”
Mazzini rise e rispose:”Quello che è certo che non cambierei modo di vita. Mi permetterei il lusso - questo si - di migliori sigari e del buon caffè senza parsimonia.
Non farei differenza tra un buon cab e una carrozza dorata, tra un robusto cavallo e una superba pariglia”